Dal 23 agosto al 6 settembre torna il festival a cura dall’Associazione Culturale Teatroinscatola,“Di là dal fiume”, con il suo programma di ‘esperienze culturali’ insolite, diffuse gratis in luoghi di volta in volta diversi del XII Municipio di Roma, tra Porta Portese e il suo mercato domenicale, Ponte Testaccio, e con deviazioni verso Trastevere e Piazza Sonnino.
Ad inaugurare l’evento sarà quest’anno la rock band bolognese Earthset che presenterà, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, il cine-concerto del film muto L’uomo meccanico. Si tratta del primo film muto di fantascienza/horror prodotto in Italia nel 1921, (il più antico “Il Mostro di Frankenstein” del 1914 risulta perduto).
Smarrita, poi ritrovata, seppure in versione mutila, e restaurata dalla Cineteca di Bologna, la pellicola sarà proiettata su sei schermi a led a Porta Portese, via Angelo Bargoni.
Autore e interprete della pellicola è il francese André Deed (noto in Italia come Cretinetti). La sonorizzazione del film è firmata dal quartetto alt-rock Earthset composto da: Luigi Varanese, Costantino Mazzoccoli, Emanuele Orsini e Ezio Romano.
La pellicola è costituita da un lungo frammento proveniente dall’ultima bobina rimasta al mondo, rinvenuta nella Cinemateca Brasileira di San Paolo.
“L’Uomo Meccanico” è poco noto, sebbene rappresenti una tappa molto importante del cinema italiano. Si tratta, infatti, della prima pellicola italiana, ed una delle prime al mondo, ad aver affrontato il tema dell’automa ed a mostrare la scena dello scontro tra un mostro meccanico buono ed uno cattivo, anticipando di gran lunga temi sviluppati dalla fantascienza posteriore, nonché da un certo immaginario “mecha” giapponese (I mecha o mech sono robot presenti in numerose opere di fantasia giapponesi, dalla letteratura ai manga ed anime).
Dal punto di vista musicale, “L’Uomo Meccanico” si presenta come una lunga suite senza soluzione di continuità, in cui la band indaga e sonda gli elementi più sperimentali della sua produzione. Si passa agevolmente dal post rock alla psichedelia, dal noise a echi classicheggianti dodecafonici ed esatonali, ispirati dallo studio delle avanguardie storiche dei primi del ‘900. “L’Uomo Meccanico” degli Earthset ha ottenuto i favori della critica di settore sia in Italia che all’estero, facendo risaltare una band matura e decisa nel ritagliarsi uno spazio nel rock d’avanguardia.
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di Eleonora Marino