Nel nuovo decreto Rilancio Italia finalmente anche i lavoratori dell’arte e dello spettacolo sono stati inseriti nella politica dei bonus.
Non che prima ne fossero completamente esclusi, ma i precedenti decreti non ricoprivano l’intera platea. Ad essere escluse erano soprattutto le fasce più deboli, anche per alcuni problemi strutturali insiti nel lavoro dell’artista, tra i quali la parcellizzazione e discontinuità dell’impiego e il sempre più diffuso precariato. In tale scenario, molti di questi lavoratori erano privi di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale.
Eppure, l’arte contribuisce allo sviluppo culturale e civile del paese, costituendo un servizio per la comunità e una risorsa di particolare pregio per la nostra società. L’arte dovrebbe essere tutelata e protetta in questo periodo di particolare crisi che ha gravemente colpito i lavoratori dello spettacolo.
Per queste ragioni, alcuni lavoratori e lavoratrici delle arti contemporanee, riunitisi in un gruppo denominato “Art Workers Italia”, hanno scritto una lettera al ministro dei beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, avanzando quattro proposte per affrontare la crisi attuale dovuta alla pandemia del Covid-19.
La prima proposta – che ha trovato accoglimento nel nuovo DPCM – fa leva sull’estensione delle misure previste dai precedenti decreti a coloro che non beneficiano di altri ammortizzatori sociali, in particolare a quei soggetti che hanno contratti di lavoro intermittente o di prestazione occasionale, che non permettono di raggiungere il numero minimo di giornate retributive richiesto. Le nuove misure governative prevedono che agli iscritti al Fondo Pensione Lavoratori dello Spettacolo, i quali abbiano versato contributi per almeno 7 giorni nel 2019, verrà concessa l’indennità di 600 euro anche per i mesi di aprile e maggio (nelle precedenti disposizioni per affrontare l’emergenza erano richiesti 30 giorni).
La seconda proposta riguarda l’implementazione e valorizzazione del Fondo per gli artisti dell’INPS PSMSAD per far fronte all’emergenza Covid-19, che in parte, come sopra accennato, è stata accolta.
La terza proposta è indirizzata ad assicurare la conferma del finanziamento di progetti, la cui realizzazione era stata prevista per il 2020 2021 (come ad es. Council, Grand tour D’Italie e altri), proposta che dovrebbe essere presa in considerazione.
Infine, l’ultima proposta concerne gli spazi no profit e le realtà dello spettacolo più piccole, affinché siano sostenute con sgravi fiscali per l’acquisto di scanner e dispositivi di protezione per una più celere e proficua riapertura.
A fronte di queste richieste, e di altre provenienti dalle numerose associazioni di categoria, il governo ha creato un Fondo Cultura con una dotazione di 50 milioni di euro per il 2020. Tale fondo, nelle parole del presidente del consiglio Conte, è “finalizzato alla promozione di investimenti e altri interventi per la tutela, fruizione, valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio culturale”.
Le richieste dei lavoratori dello spettacolo sembra abbiano trovato accoglimento nel nuovo DPCM e si auspica che l’attenzione nei confronti di questo settore fondamentale per il paese e la sua rinascita rimanga alta.
Manuela Messina