La manovra. Un termine ricorrente che ci angoscia ogni anno.
Quest’anno di più ! Per la crisi finanziaria mondiale, per il “default” della Grecia, per il nostro atavico debito pubblico e per le tante altre ragioni che quotidianamente, da circa due anni ormai, ci vengono ossessivamente riproposte in tutte le salse mediatiche.
Con altrettanta ossessiva puntualità sono stati predisposti (si fa per dire !) i rimedi. Che sono più o meno i soliti, ma con una “novità” ovviamente peggiorativa ed a tutto danno del pubblico impiego.
Una manovra che il Ministro Brunetta – nella strenua e per certi versi patetica difesa della sua “rivoluzionaria” riforma, di fatto affossata – ha auspicato (sic !) che in sede parlamentare venga resa “più raffinata, più equa, più intelligente nelle modalità”.
Come ammettere, implicitamente, che così com’è la manovra è “rozza”, “iniqua”, “non intelligente” (per non dire altro !).
Vuoi vedere che, a prescindere dalla sua Riforma – da noi apprezzata solo per la “buone intenzioni” ma fortemente e motivatamente criticata nel merito e nelle modalità di attuazione – per una volta siamo costretti ad essere d’accordo con il Ministro Brunetta ?
Ma veniamo alla “novità” in assoluto peggiore della manovra : il blocco di fatto per quattro anni (ma non si era passati a contratti triennali ?) del rinnovo contrattuale, addirittura con ancoraggio retributivo ai valori individuali in godimento nel 2010 !!!
Significa, in sostanza, che il Signor Tizio, dipendente pubblico modello ai massimi livelli di eccellenza in tutte le sue “performance”, nei prossimi tre, quattro anni non potrà in ogni caso superare il trattamento individuale percepito nel 2010, magari inferiore perché all’epoca era risultato…soltanto “meritevole” !
Una norma assurda, rozza, iniqua e…stupida !!! E tuttavia eliminarla non basterebbe. Va anche sancito ed a chiare lettere (se non si vuole mandare definitivamente a ramengo qualsiasi prospettiva di riforma) che il cosiddetto DIVIDENDO di EFFICIENZA realizzato nelle Amministrazioni vada reinvestito interamente a favore di chi quell’efficienza ha concorso a realizzare.