L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si trova al centro di una controversia legale che potrebbe impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024. Due stati, il Colorado e il Maine, hanno emesso sentenze senza precedenti che mettono in discussione la sua eleggibilità.
Nel Colorado, la Corte Suprema dello stato ha stabilito che Trump, accusato di incitamento all’insurrezione durante gli eventi del 6 gennaio 2021 al Campidoglio, non è eleggibile per la corsa presidenziale. Questa decisione si basa sulla Sezione 3 del 14° Emendamento, che vieta a chiunque si sia impegnato in insurrezione o ribellione di ricoprire cariche federali.
In Maine, una decisione simile è stata presa dalla Segretaria di Stato Shenna Bellows, una democratica, che ha emesso un ordine di 34 pagine escludendo Trump dalla scheda elettorale primaria repubblicana, citando la stessa sezione dell’emendamento.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha annunciato che interverrà per offrire un giudizio che avrà validità a livello nazionale, dato che sia il Partito Repubblicano del Colorado sia lo stesso Trump hanno fatto appello alla decisione dello stato. La Corte ha deciso di accelerare il caso, ascoltando gli argomenti a febbraio.
Questa situazione senza precedenti solleva interrogativi su come potrebbe influenzare le elezioni generali. Secondo Maeva Marcus, direttore dell’Istituto per gli Studi Costituzionali presso la George Washington University, la “logica” dietro la decisione del Colorado potrebbe applicarsi anche alle elezioni generali.
Due sono le questioni legali chiave emergono in questo contesto: bisogna infatti chiedersi se le azioni di Trump nel periodo precedente l’assalto al Campidoglio costituiscano effettivamente insurrezione e se il 14° Emendamento e la Sezione 3 si applichino all’ufficio della presidenza.
Le decisioni dei tribunali inferiori sono divise, e i giuristi di alto livello non sono unanimi sul fatto che questa legge debba applicarsi a Trump.
Il caso ha anche implicazioni politiche significative. Se Trump venisse impedito di correre in stati chiave, ciò potrebbe essere cruciale in una gara presidenziale prevista come molto combattuta. L’intervento della Corte Suprema garantirà che non ci sia un insieme disomogeneo di regole sulla eleggibilità attraverso gli stati.
Al momento, le decisioni del Colorado e del Maine sono in sospeso mentre procede il processo di appello, e il nome di Trump rimarrà sulla scheda elettorale in Colorado fino a quando la Corte Suprema non emetterà una sentenza. La decisione del Maine è anch’essa in attesa di un appello legale nei tribunali statali. Qualsiasi decisione della Corte Suprema statunitense prevarrà su queste e si applicherà a livello nazionale.
Gli Stati Uniti si trovano in una situazione di incertezza giuridica e politica, con la Corte Suprema chiamata a chiarire un’area del diritto costituzionale che potrebbe avere un impatto significativo sulle elezioni presidenziali del 2024. Nel frattempo, la campagna di Trump ha descritto le decisioni come “atroci” e un “tentativo di furto di un’elezione”, sostenendo che le azioni di Trump sono protette dal suo diritto alla libertà di parola.
Mentre le sfide legali si svolgono, il panorama politico rimane in attesa di una risoluzione che potrebbe ridefinire le regole del gioco per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
di Massimiliano Merzi