Mario Pio, pronto chi parla, con chi parlo io?
Ognuno di noi avrà sicuramente riso tutte le volte che ha sentito alla radio questa frase riconducibile a uno dei tanti personaggi di uno dei più grandi attori del cinema italiano: Alberto Sordi.
A 17 anni dalla scomparsa di Albertone, come ormai lo chiamavamo tutti, lui è più vivo che mai: continuiamo a rivedere i suoi film, ridiamo ancora per le sue battute, ci riconosciamo nei suoi personaggi e caricature che hanno raccontato un secolo di storia dell’Italia, spaziando dal fascismo al dopoguerra, dal boom economico degli anni Sessanta alla modernità dei nostri giorni.
Il 2020 ricorre il centenario della nascita dell’attore romano, nato precisamente il 15 giugno del 1920 in un appartamento di via San Cosimato a Trastevere. Per l’occasione è stata aperta al pubblico la mostra “Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020”, un’esposizione senza precedenti nella mitica Villa del grande attore. Un’esperienza immersiva e totalizzante, un viaggio spettacolare alla scoperta dell’artista e dell’uomo, un ritratto completo e inedito del grande “Albertone”. La mostra promossa dalla Fondazione Museo Alberto Sordi, con Roma Capitale e con Regione Lazio, e con il riconoscimento del MIBACT Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, della Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio, della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, con il patrocinio di SIAE, con il sostegno di Luce Cinecittà, Acea, Banca Generali Private e con la collaborazione di Rai Teche, è curata e organizzata da Alessandro Nicosia con Vincenzo Mollica e Gloria Satta, prodotta da C. O. R. Creare Organizzare Realizzare.
L’esposizione si snoda tra i vari ambienti della casa, per la prima volta aperta al pubblico, due tensostrutture di oltre 800 mq create per l’occasione e il Teatro dei Dioscuri al Quirinale: spazi lungo i quali si distende l’intero racconto che ci fa rivivere la lunga carriera dell’attore e allo stesso tempo ci fa scoprire il Sordi privato, attraverso oggetti, immagini, video, abiti, curiosità, documenti inediti. Un’esposizione volta a restituirci con rara completezza il ritratto di un uomo e di un artista, lasciando emergere le sue poliedriche capacità professionali maturate in sessanta anni di carriera – è stato doppiatore, cantante, compositore, musicista, giornalista, attore, sceneggiatore, regista – ma anche la sua personalità, i tratti del suo carattere e il suo modo di essere nella vita pubblica e privata. Un ritratto completo in tutti i suoi risvolti e le possibili sfaccettature; un racconto che lascia emergere il contributo unico e insostituibile che ci ha lasciato in eredità.
Per la prima volta, il gigante della commedia italiana e romana viene celebrato nella sua dimensione più intima, privata, sconosciuta all’opinione pubblica: quella gelosamente custodita nella casa che per oltre 50 anni ha rappresentato la sua oasi di pace, il rifugio segreto lontano dalla folla e dai riflettori.
Immersa nel verde, la leggendaria Villa romana dell’attore si trova sul piazzale Numa Pompilio, progettata negli Anni Trenta dall’architetto Clemente Busiri Vici: uno scenario eccezionale, che permetterà al pubblico di immergersi nella vita quotidiana dell’attore.
Sordi si innamorò immediatamente della Villa che si affaccia sulle Terme di Caracalla e che acquistò nel ’54. Il percorso della mostra inizia proprio con la storia della Villadi cui è possibile vedere il contratto originale ed i bozzetti.
I visitatori scopriranno all’inizio del percorso il Teatro che Sordi fece costruire per rappresentazioni private o proiezioni con pochi amici (c’è anche una cabina di proiezione). Un vero gioiello architettonico, con tanto di camerini per gli attori, una galleria di sculture commissionate a Spadini e un fondale ad opera di Severini.
All’interno del Teatro, come in una sorta di presentazione generale, si racconta il piccolo e poi il giovane Alberto, inserito nel suo contesto di origine, tra le amate sorelle Aurelia e Savina e il fratello Giuseppe, la madre maestra e il padre musicista che tanto ha influito nella sua prima formazione.
Si potranno visitare poi la palestra – con il toro meccanico con cui Sordi faceva a gara con gli amici, la bicicletta, con cui andava in giro, la cyclette, e tanti altri attrezzi sportivi – i saloni, con i bellissimi quadri di De Chirico, che Sordi aveva acquistato direttamente dal pittore, suo amico.
Si potrà poi accedere al piano superiore dove c’è il suo studio, allestito così come lui lo aveva lasciato, la sua camera da letto dove muore nel febbraio 2003 e ancora la curiosa e unica barberia.
La Villa è un luogo, dunque, che lo rappresenta nel profondo, nelle sue innumerevoli passioni. Un luogo che plasmò a sua immagine e somiglianza, ma quasi del tutto inaccessibile.
I visitatori troveranno nei giardini e all’esterno due tensostrutture allestite per ospitare i tantissimi documenti, audio, filmati, che permetteranno di percorrere in maniera puntuale i momenti principali di tutta la carriera di Sordi fin dagli inizi: il doppiaggio, la radio, i film.
Nella prima struttura di particolare interesse i manoscritti autografi di copioni, le sceneggiature per la radio, il Giro d’Italia per il quale Sordi fece il cronista, e gli sketch radiofonici con i personaggi di Mario Pio e Conte Claro… Qui anche uno spazio dedicato a “Mamma mia che impressione” primo film scritto e prodotto da Sordi nel 1951, che il pubblico potrà vedere interamente nella saletta cinema.
Nella seconda tensostruttura nel piazzale antistante la Villa, due grandi sezioni: quella dedicata al Sordi segreto, con sette capitoli pieni di curiosità: ricordi, foto e materiale inedito, raccontano Sordi benefattore, Sordi e gli animali (la sua passione per i cani, i cavalli…), l’intenso rapporto con le donne (Sordi scapolo d’oro, fidanzato sempre, sposato mai).
A conclusione, gli amanti dell’artista potranno trovare oltre venti costumi originali dei film fra i quali “Il Marchese del Grillo” e “Il Medico della mutua”, oltre alla mitica Harley Davidson di “Un americano a Roma”.
Infine, la mostra si completa al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, dove trovano accoglienza tre spazi dedicati a: “Storia di un italiano”, “I viaggi nel mondo” e “Il mito americano”.
“Storia di un italiano ’79 – ’86” è il progetto al quale Sordi era molto legato e che divenne il programma tv degli anni Settanta con cui è stato raccontato il nostro Paese. Sordi è entrato a gamba tesa nella memoria collettiva, attentissimo all’evoluzione della società, da cui traeva ispirazione per le storie e i personaggi da portare sullo schermo. Alberto Sordi è stato fondamentale per aver ritratto un’epoca e restituito la nostra storia dagli anni a cavallo della seconda guerra mondiale fino al boom economico e agli anni ’60. I suoi film e i suoi personaggi sono lo specchio della società dell’epoca raccontata con sottile ironia cogliendone, con profonda leggerezza ma anche ferocia, voli e cadute, speranze e delusioni, altezze e miserie umane, con uno sguardo sempre arguto e geniale. Si potranno vedere documenti inediti, foto, filmati che raccontano tutto questo.
“I viaggi nel mondo”racconta gli innumerevoli viaggi fatti da Alberto, attraverso le foto che raccoglieva mentre era via da Roma. Pochi sanno che Alberto Sordi era un grande viaggiatore e appassionato fotografo. Straordinari sono gli album dei viaggi in Israele nel 1961, in Brasile nel ’64 e nel ’70, in Argentina nel ’68. Un materiale inedito esposto in modo organizzato e narrativamente fluido.
“Il mito americano” raccontato con i film che lo rappresentano, le foto, i documenti. Sordi aveva il mito dell’America. Celebri sono le sue battute in “Un Americano a Roma” sull’America: “Polizia der Kansas City… orait orait… awanagana… a”. Il materiale qui esposto ci racconterà tutto questo: dal diploma e le foto che lo ritraggono come cittadino onorario di Kansas City, alle immagini dei film che raccontano la sua passione per il mondo americano.
Tutta la storia di un grande del cinema italiano, che è riuscito a farsi amare non solo da tutti i romani, ma dall’Italia intera. La mostra “Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020” è dedicata a tutti gli appassionati di Albertone, ma anche ai curiosi che vogliono scoprire Alberto Sordi sotto un punto di vista più intimo e privato.
(photo fornite da Ufficio Stampa PUNTOeVIRGOLA).
di Massimiliano Gonzi