Il lockdown ha lasciato un segno pesante nelle famiglie italiane, specie quelle degli imprenditori in vari settori. Abbiamo assistito alla formazione di lunghe file di ore davanti al monte di pietà, non solo formate da anziani ma anche da giovani, i gioielli di famiglia vengono dati in cambio di denaro per sopravvivere. Il banco dei pegni è stato protagonista nella misurazione dei periodi di crisi. Ricordiamo il governo dei tecnici di Monti del 2011 che sostituì il governo Berlusconi, molte persone dovettero impegnarsi i gioielli per pagare le tasse, soprattutto quella dell’IMU che sostituì improvvisamente l’ICI. Adesso con il Covid 19 e l’emergenza che ne è scaturita si ripetono tristemente le scene già viste. Il blocco dell’economia nato dalla chiusura di tutte le attività ha pesantemente inciso non solo sulle anime della popolazione italiana, ma anche nei portafogli di tutti. Persone che aspettano un bonus che non arriva, la Cassa integrazione in ritardo, i buoni spesa inesistenti e persone che non hanno più denaro, perché vivono giorno per giorno del guadagno della propria impresa/attività ormai ferma da due mesi. Non è l’Italia dei perdigiorno, ma quella di pensionati e lavoratori che devono far quadrare i conti per arrivare alla fine del mese, il lockdown li ha definitivamente messi a terra, sono operai i cui cantieri sono fermi, parrucchieri, ristoratori che non hanno più liquidità, che il codice ATECO (combinazione alfanumerica che identifica l’ATtività ECOnomica) non ha previsto nei decreti di Conte.
Tali decreti, inoltre, prevedono delle misure per contrastare e contenere la diffusione del virus per aprire, come la sanificazione e altre regole, che se nella fase 2 non sono rispettate e il dipendente si ammala, dopo l’ispezione INAIL all’azienda, i datori di lavoro rischiano una denuncia penale. Quasi un invito a non aprire. Infatti il 18 maggio non tutti hanno aperto, è stata una falsa ripartenza, in tutto lo Stivale molti imprenditori, ristoratori, baristi, piccoli commercianti, dopo due mesi di stop hanno deciso di non aprire per le entrate azzerate, la carenza di liquidità e la totale assenza di turisti, infatti l’Italia non fa parte dei corridoi turistici… il danno Covid è stato enorme. La mancanza di turisti ha impedito a molti bar delle città d’arte di riaprire le serrande.
Per avere contezza di quanta ripercussione possa avere avuto il lockdown sulle varie attività è stato predisposto un questionario che è stato sottoposto a vari imprenditori e operatori di settori economici diversi. Vediamo come hanno risposto:
Settore della Moda:
Per questo settore sono state prese in considerazione due figure: Un imprenditore, stilista di grido che ha la sua attività nella zona rossa Lombardia, Milano e un commerciante proprietario di una boutique a Taranto:
Il lockdown quanto ha danneggiato la Sua attività?
Stilista:
Nel comparto moda è problematico conteggiare i danni poiché questi investono diverse fasi del nostro processo lavorativo. Abbiamo i danni di ciò che era stato prodotto per la stagione primavera estate ed è invenduto, i danni di tutti i vari riassortimenti così detti flash di collezione a stagione in corso, che verranno a mancare con perdite di fatturato, i danni per i pagamenti non ricevuti da parte di coloro, che avevano già ricevuto la merce e non avendo venduto tardano a pagare o non lo faranno mai perché non riaprono. Poi vi sono tutti i costi gestionali, che naturalmente non sono coperti dal mancato incasso di questi mesi.
Commerciante
La mia attività ha subìto un danno pari al 100% del fatturato nei mesi di chiusura
- Concretamente, quali alternative avrebbe proposto?
Stilista:
Invece di dare soldi a pioggia, avrebbero dovuto dare a fondo perduto l’importo pari al fatturato di marzo aprile maggio del 2019. Hanno le fatture elettroniche, basta verificare ed emettere bonifico di pari importo. A questo il blocco delle bollette o fatture di servizi per tre mesi, rinvio di tasse e cartelle esattoriali e un contributo di 500 euro per la sanificazione e presidi di sicurezza per l’apertura. A conti fatti il governo avrebbe anche speso meno soldi.
Commerciante:
Sarebbe stato opportuno chiudere immediatamente le Regioni per non diffondere il virus.
Avete fatto le domande per il bonus delle 600 euro e per la Cassa integrazione in deroga previste dal Decreto Salva Italia? Avete ricevuto quanto richiesto?
Stilista:
Abbiamo fatto la domanda a marzo ma non abbiamo ricevuto nulla.
Commerciante:
Sì abbiamo fatto domanda per i nostri dipendenti per i 600 euro previsti per i lavoratori autonomi e abbiamo ricevuto solo quelli del mese di marzo. Abbiamo fatto domanda per i nostri dipendenti per la Cassa integrazione in deroga, ma non hanno ancora percepito nulla.
Secondo Lei il Governo ha dato fiducia alla Vostra categoria? Cosa avrebbe dovuto fare?
Stilista:
Il comparto moda è stato preso parzialmente in esame solo per la categoria manifatturiera, ma gli artigiani e i negozianti sono stati umiliati e abbandonati. Anzi sono stati aggravati da ulteriori debiti. Il famoso aiuto con il prestito di 25.000 euro è un provvedimento bugiardo. Non danno 25.000 euro, ma il 25% del fatturato dell’anno scorso nel mese di aprile. Se un artigiano ha fatturato 15.000 euro può avere un finanziamento di 3,750 soldi appena sufficienti per pagare le tasse. Quindi, ti danno con inganno per non perdere quello che gli devi dare.
Commerciante:
Il Governo non ha assolutamente considerato la nostra categoria ma, avrebbe dovuto prevedere interventi con degli aiuti concreti, quali liquidità a fondo perduto immediata e non ricorrendo ai prestiti.
Quali misure di sicurezza avete adottato? Se foste al posto di Conte come avreste organizzato questo periodo, cosa avreste fatto per la sicurezza?
Stilista:
Io non discuto le iniziative sulla sicurezza in quanto vi sono gli esperti in materia. Discuto l’assurdità di come queste norme vengono applicate. E soprattutto contesto le contraddizioni infinite tra un settore e un altro e tra una condizione e l’altra. Un negozio di abbigliamento può essere più grande di un pullman, ma nel suo interno hanno messo più persone e il negozio lo hanno lasciato chiuso, nonostante tutti i piani fatti per la sicurezza del negozio che superano di molto l’autobus.
Commerciante:
Ho adottato la chiusura obbligatoria del nostro negozio come previsto dal Governo, se fossi stato al posto di Conte avrei organizzato dei piani d’intervento e di aiuto più cospicui per le piccole imprese/botteghe della main street.
Dal punto di vista fiscale e bancario cosa avreste voluto?
Stilista:
È necessario fare una cancellazione dei debiti con il fisco.
Condono con Agenzia delle Entrate, perché tra pochi mesi saremo strapieni di rate.
Commerciante:
Aiuti concreti come liquidità a fondo perduto e abbattimento di tutte le tasse, previste per la nostra attività per almeno un anno. Le banche avrebbero dovuto sospendere i mutui senza applicare alcun interesse per le imprese che hanno subìto effettivi danni.
Sentite tutelato il vostro Diritto al lavoro?
Stilista:
Non mi sento e non ci sentiamo tutelati su niente nella nostra vita e noto un’aria molto strana su come il popolo viene trattato.
Commerciante:
Assolutamente no.
Cosa pensate del nuovo decreto? Cosa la soddisfa e cosa critica?
Stilista:
Molte parole e promesse presentate con il sorrisino e nell’orario di maggiore audience. È stato detto moltissimo, perché si tenga a mente qualcosa. Del resto è il tanto vino che inebria le menti.
Commerciante:
Insufficiente da ogni punto di vista.
Cosa pensa dell’esempio di Giorgio Armani di sfilare a porte chiuse come misura precauzionale contro il COVID-19?
Stilista:
Giorgio Armani è sempre stato l’inizio delle cose speciali e delle novità più vincenti, io ho avuto modo di collaborare e posso dire che le sue idee sulla moda dopo i Covid 19 sono di alto spessore. Collezioni con capi senza stagionalità, riportare l’alta moda da Parigi a Milano e le sfilate in streaming o in video con prenotazioni e appuntamenti programmati. Speriamo che gli altri lo seguano.
Commerciante:
E’ stata una decisione giusta.
La sua azienda lavora mediante scambi con la Cina? Il Lockdown ha danneggiato tali scambi, come ripartire? Avete progetti?
Stilista:
Siamo artigiani del made in Italy e non abbiamo scambi con la Cina. Anzi, mi auguro che diverse aziende italiane tornino a produrre in Italia e ad aiutare gli artigiani del nostro Paese, piuttosto che la Cina o altre nazioni.
Commerciante:
No, non lavoriamo con la Cina.
Secondo Lei la crisi dell’Industria Italiana coincide con la crisi Industriale a livello globale?
Stilista:
La moda ancora prima di questo disastro aveva i suoi alti e bassi però alla fine produceva i suoi fatturati e si vedevano segnali di crescita. Parliamo di un comparto che rappresenta il 4% del Pil Italiano.
La Sua Azienda ha rapporti con l’estero oppure è solo italiana?
Stilista:
Solo Italiana.
Commerciante:
Abbiamo fornitori esteri, ma non vi è un rapporto diretto con loro, ma tramite gli agenti italiani di rappresentanza.
Cosa sta facendo la Camera della moda italiana?
Stilista:
Tutela solo le grandi griffe.
Commerciante:
Per i negozi al dettaglio nulla.
Ha organizzato shopping on line per la Sua Azienda?
Stilista:
Sì, ma necessitano investimenti per il posizionamento sui motori di ricerca.
Commerciante:
Non abbiamo un sito e- commerce, ma pubblicizziamo e vendiamo i nostri capi tramite altri canali quali instagram e Facebook, ci stiamo organizzando per creare un sito e- commerce.
Quanto è costato al settore moda questo lockdown e come pensate di rimediare?
Stilista:
Non vi sono ancora calcoli precisi posso dire che nel 2019 il comparto moda aveva ricavi oltre 90 miliardi di euro e il trend era in aumento del 9,5% con una vendita export del 6,9%. Tutto questo nel 2020 non è partito e lo scenario è difficile da immaginare, perciò valuti lei le perdite.
Settore Turistico e Alberghiero
Per questo settore sono state coinvolte tre persone: una nel settore alberghiero, proprietaria di un resort in Sicilia, un’altra, sempre nel settore alberghiero affitta appartamenti in Sicilia mediante Booking, la terza responsabile di un tour operator organizza gite in Sicilia in bicicletta.
Anche per loro il lockdown ha danneggiato la loro attività notevolmente, l’albergatrice del Resort avrebbe voluto ricevere misure certe dal Governo, su cui basare le scelte aziendali per lavorare in sicurezza. Ha ricevuto moltissime disdette dalle prenotazioni effettuate fino ad ora. Non crede sia possibile recuperare il danno che si è verificato.
Ha fatto la richiesta per il bonus delle 600 euro, ma non ha ricevuto nulla. Secondo lei il Governo non ha dato fiducia alla sua categoria, non ha mantenuto le promesse fatte, è un momento di emergenza in cui ogni misura di apertura risulta rischiosa, ma è necessario fare ripartire l’economia. La sua proposta è fare un tampone preventivo a tutti coloro che si devono spostare e a chi continua ad avere rapporti con il pubblico. Dal punto di vista fiscale e bancario avrebbe voluto prestiti a fondo perduto per far fronte alle spese giustificate d’impresa (assunzioni, tasse, spese della luce del gas ecc). Non sente tutelato dallo Stato il suo diritto al Lavoro.
Il suo albergo è un country resort immerso nella natura con 27 camere con ingresso e verande indipendenti. La sua attività permette di mantenere la distanza di sicurezza, organizzerà colazioni alla carta, ha sanificato le camere e il sistema di aria condizionata. Per quanto riguarda l’estate 2020 pensa che purtroppo sia saltata. La Regione Sicilia ha un progetto in fieri per aiutare le strutture alberghiere: fare un accordo con le stesse strutture, pagando agli ospiti che prenoteranno per tre giorni, le prime due notti e il 50% del biglietto, gli ospiti dovranno pagare solo la metà del biglietto e la terza notte.
La signora che affitta gli appartamenti mediante il canale Booking ha risposto che anche lei per il suo settore ha perso moltissimo. La stagione stava cominciando bene, perché all’inizio di marzo avevano già le prime prenotazioni, che però con il lockdown sono state cancellate fino al mese di giugno. Si confronta spesso con Booking. Per quanto concerne il bonus dei 600 euro non ha potuto chiederlo, in quanto la sua è un’attività privata, inoltre, secondo la normativa europea deve specificare che la sua è un’attività privata e non professionale, quindi gli ospiti non hanno le stesse tutele che avrebbero se fossero in una struttura professionale. A causa di tutto questo si sente doppiamente in perdita a causa dell’emergenza e per affrontare la stessa sta promuovendo offerte personalizzate con sconti che variano dal 12% al 20%. E’ convinta che la stagione estiva sia saltata, ma che potrebbe esserci una ripresa da ottobre in poi. La cultura e il turismo sono la forza della Sicilia e in generale dell’Italia, puntando su questi fattori il Paese potrebbe riprendersi velocemente.
La Signora responsabile del Tour Operator Incoming (stranieri/italiani che fanno le vacanze in Sicilia) in Sicilia ha risposto che il lockdown ha danneggiato l’attività, hanno il 100% di fatturato in meno per il 2020 e non sanno se possono riprendere a settembre. All’inizio della crisi sembrava che non ci fossero alternative, ma ad oggi i bassi numeri di contagio in Sicilia potrebbero far sì che il Governo differenzi il Nord/Sud in modo tale da poter partecipare alle discussioni per i “corridoi sicuri” dal Nord Europa. Come la Germania, che costituisce un importante mercato per noi italiani, sta facendo con la Grecia e con altre destinazioni, fra cui alcune isole spagnole. “Ho chiesto il Bonus di 600 euro per i collaboratori free lance, ma ancora non è arrivato nulla. Il Governo si è ricordato tardi del nostro settore, solo con il decreto del 13 Maggio e riferisce che non c’è alcuna misura di sicurezza. Penso che noi (organizzatori) possiamo fare ben poco per la sicurezza, sono i nostri fornitori (Hotels, ristoranti) che possono adottare misure di sicurezza, che sarebbe necessario più velocità e considerazione per la categoria dei Tour Operator, che sia buono che sia stato approvato l’incentivo per la mobilità sostenibile (bonus per bici, più piste ciclabili)”. Mentre ritiene che non sia valida l’idea dei Tax credit vacanze. Infatti, questi voucher (€500 a famiglia fino a un reddito annuo di € 40,000) tagliano fuori completamente le agenzie di viaggio e Tour Operator, in quanto è denaro che va direttamente agli alberghi. Questo incentivo vale fino al 31 Dicembre 2020 ma riflette che saranno pochi gli italiani che ne fruiranno, in quanto molti connazionali non potranno viaggiare quest’anno, perché non hanno il denaro per farlo oppure non hanno più le ferie. Per quanto riguarda le misure di sicurezza: essendo tour operator possono solo accertarsi che i loro fornitori (hotels, ristoranti, servizi transfer) rispettino le regole (quando ci saranno). “Di nostro nei nostri pacchetti c’è solo il noleggio bici, quindi dovremmo disinfettare le biciclette dopo ogni noleggio”. Per quanto concerne le soluzioni per il loro settore non ce ne sono. La loro clientela è prevalentemente straniera e dipendono dalle decisioni dei governi e partner dei paesi di provenienza dei loro clienti Regno Unito, Mittel- e Nordeuropa, USA: adattare il loro prodotto per il mercato regionale non è possibile, molto difficile per il mercato nazionale.
Per quanto riguarda le strategie che sta adottando per promuovere la sua attività, sta lavorando insieme ad altri Tour Operator italiani del settore
Critica l’iniziativa della Regione Siciliana che ha fatto un’assurda campagna marketing “Sicilia Regala parte della vacanza”. Questa pubblicità ha fatto il giro del mondo, quando ancora non era neanche confermata, in quanto c’erano ancora tanti dettagli da decidere, così come ce ne sono ancora. Tale pubblicità affrettata ha creato un volume notevole di richieste da parte dei loro partner all’estero con aspettative altissime, che non hanno potuto ottemperare, ma hanno dovuto confessare di essere senza linee guida. La procedura è molto complicata, e li metterà ancora davanti a tante difficoltà. Trova assurdo comunque che per promuovere tale iniziativa, in quanto gli € 75 euro regalati ai turisti, potrebbero essere piuttosto donati alle famiglie indigenti. Secondo lei per far riprendere l’Italia dopo questa emergenza, si dovrebbe prevedere il rilancio partendo dal turismo sostenibile. Il turismo dovrebbe ripartire dai viaggi attivi e sostenibili come cicloturismo, trekking, barca a vela”. È l’appello di 40 TO del settore, da Salento Bici.
Settore Spettacolo e insegnamento
Infine, sono state interpellate due persone del mondo dello spettacolo, categoria trascuratissima dal governo. Si tratta di due musicisti che vivono partecipando a concerti o insegnando a suonare uno strumento. Entrambe sono d’accordo nel dire che il lockdown ha bloccato totalmente la loro attività, hanno perduto molti introiti dall’inizio dell’emergenza ad oggi. Tutti e due hanno ricevuto il bonus delle 600 euro dall’INPS. La prima ritiene ingiusto che le Regioni a contagio 0 non possano riaprire anticipatamente le attività. Il bonus cultura, adeguato almeno ad 800 euro dovrebbe perdurare, proprio a sostegno degli artisti, finché continuerà ad essere prorogata la chiusura dei teatri e il blocco di ogni attività. Ritiene inoltre, che si potrebbero organizzare manifestazioni in Chiesa, visto che riaprono, o negli spazi aperti. Infine, secondo il suo parere l’alternanza degli scolari a scuola non è praticabile perché la lezione frontale è insostituibile. Il secondo musicista ritiene la categoria fortemente danneggiata, in quanto non è possibile esercitare il loro lavoro in quarantena, dovrebbero essere supportati in altro modo in quanto potrebbero rimanere un anno senza lavoro. In ogni caso si è organizzato facendo lezioni via internet, mediante Skype, trasformando con la creatività il periodo di difficoltà, la possibile catastrofe in un’opportunità.
Francesca Caracò