“Milano 7” è il disco d’esordio di Nicolaj Serjotti uscito il 27 novembre 2020 per Virgin/La Tempesta. Le nove tracce prodotte da Fight Pausa e Wuf conducono dritti nell’universo poetico e sonoro di un giovane artista di 22 anni, proveniente dalla provincia di Milano, più precisamente da Milano 7. Serjotti si è dedicato alla scrittura sin dai primi anni di liceo e nello stesso periodo ha conosciuto Wuf, con il quale iniziò a collaborare da subito. Nel 2018 i due rilasciarono Oversized Thoughts, un breve EP che determinò la nascita del progetto. Poco dopo entrarono in contatto con Fight Pausa, con cui nacque un’intesa che li portò a lavorare insieme al primo disco di Nicolaj: appunto Milano 7.
È possibile ascoltarlo qui: https://vir.lnk.to/milano7PR
Nonostante i suoni strettamente rap, Nicolaj presenta anche momenti, in cui si abbandona a melodie e atmosfere più lievi tinte di sfumature elettroniche. La sua è una scrittura fluida che, però, dimostra la capacità di cambiare passo e trasformarsi in sperimentazione, nell’utilizzo di schemi metrici inusuali e pattern ritmici innovativi: un innesto perfetto fra tecnicismi e assonanze, che si traduce in eleganza compositiva e audacia sperimentale. C’è chi lo ha paragonato ad un artista che si situa fra Mac Miller e Earl Sweatshirt. Ascoltando “Milano 7” si percepisce chiaramente come Serjotti sia cresciuto ascoltando gente come Kendrick Lamar, Jonwayne, Brockhampton e Vince Staples, una cultura musicale sentita come appartenenza identitaria e rielaborata in uno stile personale ben definito e originale. In “Milano 7” trovano spazio varie sfaccettature dell’identità dell’artista, che rivela pezzi di sé tramite una poetica del tutto personale e ricca di immagini evocative.
Nicolaj, già con i titoli dei suoi brani secchi e fulminei, è abile nell’ inquadrare all’istante il senso di uno stato interiore, quasi sempre riflesso di una situazione concreta. E così, per esempio, Mostri affronta la dicotomia fra la tentazione di affrontare il buio, le immagini cupe della nostra intimità e la voglia di liberazione/rimozione dai pensieri negativi. Un brano come Mitra descrive in modo diretto e a tratti brutale (Sento il tempo che mi stritola e che grida/Vorrei avere in mano un mitra con cui farla finita) un romantico senso di impotenza per il tempo che passa e le relazioni che si sfaldano. L’elemento tempo ricorre in Ottobre: è il tempo che si rincorre ininterrottamente e che genera quella frustrazione che si prova di fronte allo scarto tra ciò che è, o che è stato, e le aspettative che si avevano. Una sensibilità condivisa con l’amico Generic Animal, non a caso presente in questo brano con un featuring (così come Serjotti aveva preso parte alla traccia Alveari nell’album di Luca Galizia).Tra realtà e astrazione viene messa in risalto la condizione universale, mescolata con l’ espressione individuale e “Milano 7” fa da sfondo: nel suo essere al tempo stesso luogo di provincia e distretto metropolitano, microcosmo nel macrocosmo, diventa lo scenario ideale per questa preziosa antologia di racconti musicali, che esibisce tutte quelle piccole incertezze e inquietudini, che segnano il passaggio dalla fase post-adolescenziale a quella adulta. Un vero e proprio paesaggio dell’anima in cui Serjotti ambienta la ricerca, individuale e generazionale della propria identità, in un mondo sbigottito, in bilico fra definitiva frantumazione e rinascita. Una ricercatezza che non stanca permette a Nicolaj di trasportare l’ascoltatore in un mondo di pensieri e riflessioni, ma anche di leggerezza e romanticismo.
di Eleonora Marino