Il poeta Nizami Ganjavi proveniva da Ganja, uno degli antichi centri culturali dell’Azerbaigian e capitale dello stato di Atabey (il suo nome significa letteralmente Nizam di Ganja dove nacque nel 1141) parte dell’attuale Repubblica di Azerbaigian. Si tratta del più grande rappresentante del Rinascimento orientale, tradotto in italiano dal grande filologo Alessandro Bausani.
Nizami Ganjavi ha combinato la filosofia e la poesia con la storia e le leggende per creare un’eredità letteraria che risuona ancora oggi. Infatti, il 2021 in Azerbaigian sarà l’anno dedicato a Nizami. Dopo aver ricevuto un’istruzione esemplare che includeva scienza, matematica, teologia islamica, storia, filosofia, etica e letteratura persiana e araba, egli fece confluire le sue conoscenze nella poesia, che iniziò a comporre all’età di trent’anni.
Nizami scrisse il «Quintetto»: Khamsa in arabo, in persiano Panj Ganj, cinque poemi a rime baciate: «Cinque tesori», tra cui il Khosrov-o-Shirin, il Leila-o-Majnun, un doppio poema su Alessandro Magno, e Le sette principesse, il suo capolavoro; un libro meraviglioso, che appartiene ai massimi testi della letteratura universale e Isgandarname composto da due parti – “Iqbalname” e “Sharafname” (1203). Ciascuna delle cinque epopee che compongono il suo Khamsa è scritta con un metro unico.
Le sue opere contengono innovazioni poetiche uniche e temi universali ed hanno oltrepassato i confini andando ad influenzare anche le letterature di terre lontane.
Conosciuto come poeta, studioso e filosofo, Nizami è noto anche per aver utilizzato la poesia per osservare l’agire degli esseri umani nella società. Le sue poesie epiche romantiche sono piene di emozioni appassionate e commenti filosofici sull’umanità.
L’influenza di Nizami sulla letteratura durò a lungo dopo la sua morte. Fu uno dei principali fautori dell’uso della lingua vernacolare in poesia, introdusse nuovi concetti di stile e fondò una nuova forma letteraria. Il suo impatto letterario ha abbracciato Iran, Turchia, Asia centrale e India, dove i poeti hanno imitato il Khamsa di Nizami sia nella forma che nei temi trattati. Poeti successivi come Jami, Amir Khusro, Alisher Navoi e Fuzuli furono tutti fortemente influenzati da Nizami.
Le opere di Nizami Ganjavi sono state tradotte in molte lingue. Le rare copie manoscritte delle sue opere sono conservate come perle preziose in famose biblioteche, musei e fondazioni letterarie in città come Mosca, San Pietroburgo, Baku, Tashkent, Tabriz, Teheran, Il Cairo, Istanbul, Delhi, Londra, Parigi. I suoi capolavori sono stati tradotti in inglese, tedesco, italiano, spagnolo, russo, giapponese e altre lingue straniere e la sua vita e la sua produzione creativa sono state studiate a fondo.
Nizami Ganjavi morì nel 1209 nella sua città natale Ganja. Monumenti a Nizami si trovano in molte città dell’Azerbaigian, così come a Mosca, Roma, San Pietroburgo, Kiev, Pechino, Tashkent, Chisinau.
Un estratto (persiano originale) dall’opera di Nizami Ganjavi
Non separare la perla buona dal filo; fuggi da chi è di natura malvagia.
Una natura malvagia agisce in modo coerente: non hai sentito che la natura non sbaglia?
L’uomo dal carattere malvagio non mantiene fede a nessuno; la natura errante non manca di sbagliare.
Lo scorpione, dal momento che è per natura cattivo, lasciarlo vivere è una colpa, ucciderlo, bene.
Cerca la conoscenza, poiché attraverso la conoscenza fai sì che le porte per te siano aperte e non chiuse.
Chi non si vergogna di imparare può estrarre perle dall’acqua, rubini dalla roccia.
Mentre colui al quale non è attribuita alcuna conoscenza, quella persona scoprirai si vergogna di imparare.
Quanti, acuti di mente, si affaticano a vendere ceramiche per mancanza di perle da vendere!
Quanti ottusi, attraverso l’insegnamento, si fanno giudici supremi dei Sette Climi!
—Traduzione dall’originale inglese del 1924 di Charles Edward Wilson
di Carlo Marino