L’Italia partecipa dal 2011 all’Open Government Partnership (OGP), iniziativa di carattere internazionale, finalizzata alla promozione delle politiche di governo aperto, declinate come trasparenza dell’azione amministrativa, partecipazione ed inclusione dei portatori di interesse nei processi decisionali, trasformazione digitale inclusiva, accountability, etc. Lo scorso 28 febbraio, a valle di un processo di co-creazione ampiamente partecipato da attori pubblici e organizzazioni della società civile e all’esito di una consultazione pubblica sulla piattaforma ParteciPA, è stato adottato il 5° Piano d’Azione Nazionale per il governo aperto 2022-2023 (5NAP), che raccoglie gli impegni assunti dalle amministrazioni pubbliche e dalle organizzazioni della società civile per la promozione e l’attuazione di obiettivi in materia di open government.
Il 5NAP si compone di 5 azioni e 9 impegni; i suoi principi ispiratori sono la selettività e la rilevanza, in termini di impatto, degli obiettivi perseguiti. Il Piano contiene “obiettivi realizzativi” e “di metodo”.
Un’innovazione molto importante per il nostro Paese sarà la creazione di un Forum Multistakeholder, che dia voce ai portatori di interesse nell’ottica di rafforzare la governance per la definizione di una strategia nazionale per il governo aperto.
Le principali aree di intervento del Piano riguardano la promozione della trasparenza e dell’integrità pubblica, per la messa a sistema ed il rafforzamento delle strategie di prevenzione della corruzione; la promozione del dibattito pubblico sulle grandi opere, previsto dalla normativa nazionale e dunque applicato agli interventi programmati nel PNRR; la creazione di un hub nazionale sulla partecipazione pubblica, per realizzare sinergie tra le esperienze più avanzate di supporto ai processi partecipativi alle decisioni pubbliche, realizzati a livello nazionale e regionale; la protezione dello spazio civico che, in linea con la Strategia nazionale per la parità di genere, mira a costruire un ambiente istituzionale e d’impresa in grado di favorire il protagonismo delle donne; infine, l’innovazione digitale inclusiva, quale leva trasversale per diffondere le competenze digitali nel modo più inclusivo possibile.
di Massimiliano Gonzi