Non si tratta tecnicamente o logisticamente di una esercitazione militare del Patto Atlantico, eppure ha suscitato lo stesso un mare (è il caso di dirlo!) di polemiche e di proteste – inclusa una petizione online sul portale change.org con migliaia di adesioni – il dispiegamento di forze militari della marina di sette paesi membri della NATO, che vede coinvolta la nostra flotta e quelle degli altri partner dell’alleanza.
Si tratterebbe, per lo più, di una sorta di dimostrazione di forza rivolta alla Russia (come dire l’alleanza “mostra i muscoli”), allestita nelle acque prospicenti la Sardegna (tra il Tirreno e il canale di Sicilia), collocata temporalmente alla fine di maggio, proprio a ridosso dell’inizio della prima stagione turistica auspicabilmente post covid. La “non esercitazione” ha visto anche un passaggio dell’ammiraglia della flotta statunitense, la portaerei Truman, nave a propulsione nucleare, con un equipaggio di cinquemila uomini, tra avieri e marinai; inoltre, a Mare Aperto hanno partecipato diversi studenti universitari di vari Atenei italiani. La maggior parte delle navi coinvolte (circa 65) – schierate al largo del golfo di Teulada, dove ha sede uno dei principali poligoni di tiro dell’intera Europa – appartengono ai Gruppi Marittimi Permanenti della Nato (SNMG – Standing Naval Maritime Group), sotto il comando italiano (della portaerei Cavour), con tanto di caccia che sono sfrecciati nei cieli sopra la flotta. All’esercitazione hanno preso parte la portaerei Garibaldi, salpata dal porto di Cagliari, assieme a decine di cacciamine e navi anfibie, come la San Marco. Diversi i tratti di mare (e le spiagge) interdetti alla navigazione (e ai bagnanti, inclusi i potenziali turisti), in alcune delle zone che rappresentano autentiche perle delle coste sarde, come il Sulcis o Costa rey, sino al 27 di maggio. Si possono facilmente comprendere le obiezioni degli operatori turistici, come le generali proteste degli abitanti dell’isola, tanto per la scelta del luogo che del periodo, praticamente all’inizio (o presunto tale) della stagione delle vacanze, preziosa risorsa per l’economia sarda, martoriata da due anni di chiusure e restrizioni varie. Le autorità militari hanno fin da subito garantito la brevità delle operazioni, il che peraltro non rappresenta una risposta alle obiezioni di cui sopra. Varie le manifestazioni di piazza in tutta l’isola, mentre, tra le altre, si è levata la voce del presidente della Regione, Christian Solinas, alla guida di una giunta di centrodestra, che ha parlato di: “Un gesto odioso, che offende l’intera Sardegna”.
di Paolo Arigotti