È stato pubblicato per i tipi di Giunti il racconto di Marco Malvaldi dal titolo “Oscura e celeste”, un giallo che ci riporta in un’epoca in cui Galileo Galilei sta riscrivendo la storia del mondo e una delle sue figlie, nel convento di San Matteo, copia con pazienza le scoperte del più grande scienziato di tutti i tempi.
Ma all’improvviso la morte irrompe nel convento e per Galileo è tempo di mettere all’opera tutto il suo ingegno per svelare il mistero. L’Europa è in guerra, le risorse scarseggiano ed è in corso una pandemia: no, Malvaldi non sta raccontando l’attualità ma narra dell’anno 1631. A Firenze la peste infuria, il Granduca dà disposizioni per limitare i contagi ma c’è chi sa trarre beneficio dalle situazioni di emergenza: tra gli altri, un “filosofo naturale” che con la scusa del morbo ha ottenuto di stampare il suo ultimo libro in città anziché a Roma, eludendo gli accaniti controlli dell’Inquisizione.
È Galileo Galilei, l’uomo che con il suo “cannone occhiale” ha scoperto le fasi di Venere e i satelliti di Giove, che fa esperimenti sul pendolo e sulla caduta dei gravi e adesso sta per pubblicare il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: un’opera scritta in volgare affinché tutti possano capire che non l’uomo con i suoi dogmi bensì il Sole sta al centro dell’universo. La vista di Galileo, però, è sempre più appannata, e le sue minute devono essere trascritte per il tipografo dalla figlia Virginia, che ha preso il velo nel convento di San Matteo in Arcetri. E come osservando attentamente la Luna si scopre che è coperta di macchie, così anche un luogo di preghiera, a frequentarlo assiduamente, rivela aspetti inattesi: c’è chi dice, per esempio, che alcune sorelle “ricevano”; che in una cella il lume rimanga acceso troppo a lungo; che una notte si sia udito il suono di un corpo che cade… Galileo dovrà portare luce in un mistero più buio di una notte senza stelle, ma nulla può fermarlo perché lui sa che ogni cosa illuminata ha una parte oscura: sta a noi capire da che lato osservarla. E quando arriviamo a vederla nella sua interezza, ci avviciniamo alla nostra natura celeste.
Marco Malvaldi è tornato con questo volume al giallo storico riportando in vita il padre della scienza moderna: un toscano verace, amante del vino e della tavola, incline alle facezie ma capace di volgere il proprio straordinario ingegno alla conoscenza, consegnandoci gli strumenti attraverso cui pensare il futuro. L’autore, nato a Pisa nel 1974, chimico e scrittore, ha esordito nel 2007 per Sellerio con “La briscola in cinque”, primo degli otto volumi dedicati ai “vecchietti del BarLume”, divenuti nel 2013 una serie televisiva e seguiti da una lunga serie di romanzi e di saggi di divulgazione scientifica. Per Giunti ha pubblicato La misura dell’uomo (2018) e – a quattro mani con Paolo Cintia – Rigore di testa (2021). I suoi ultimi libri, scritti insieme a Samantha Bruzzone, sono: Chi si ferma è perduto (Sellerio, 2022) e La molla e il cellulare (Raffaello Cortina, 2022).
di Eleonora Marino