Qualcuno potrebbe prendere la conclusione dell’iter di registrazione ed approvazione della direttiva della ministra Madia – quella che determina gli oneri per il rinnovo dei contratti dei Lavoratori pubblici – come una smentita di quanto andiamo affermando da tempo e cioè che il governo non ha alcuna volontà di chiudere le negoziazioni.
Infatti, subìta la sentenza della Corte Costituzionale sul ricorso della FIALP CISAL e dovendo necessariamente avviarsi verso l’apertura dei tavoli negoziali, l’Esecutivo ha man mano provveduto a sfrondare il cammino da alcuni intralci formali che giustificavano il ritardato avvio del confronto aggiungendo, poi, alcuni effetti di scena.
Dopo l’approvazione del DEF, senza finanziamento del rinnovo dei contratti, hanno ottenuto, governo e ministra, il consenso alla ricomposizione dei Comparti di contrattazione, anche se per ora, in burocratese, è una “ipotesi di accordo”.
È in dirittura di arrivo il decreto in materia di provvedimenti disciplinari (qui è il riferimento agli “effetti scenici” ..).
La ministra torna a parlare di premialità e merito, ma il riferimento è solo statistico con un occhio alle “aliquote” Brunetta (25% di buoni, 25% di cattivi e 50% di così-così), tanto è vero che poi, in sostanza, si contraddice parlando di incrementi contrattuali solo agli “statali più poveri”, a guisa dei famigerati 80 €, da utilizzare come in una sorta di redistribuzione del reddito con finalità sociali e con la speranza che, con questi abbondanti incrementi, qualcuno non si trovi a superare le soglie previste dalla norme e a dover restituire tutto.
Ebbene, restando alle misure degli stipendi nel nostro, per ora ancora vivente, Comparto degli Enti pubblici non economici, quali gli effetti del contenuto della direttiva Madia?
Incrementi dello 0,4 % annui nel triennio 2016/2018 ma, bontà loro, al netto della c.d. vacanza contrattuale.
Ciò significa incrementi mensili lordi dai 5 € (posizione A1) ai 9 € (per i C5), che netti si ridurrebbero di un terzo, riproposti in ugual misura nei tre anni.
A fronte di tanta generosità del governo, ipotizziamo che solo pochi lavoratori resterebbero insensibili alle richieste della ministra per un’equa ripartizione delle somme sui redditi più bassi. …Come disse Totò ? ….. mamifacciailpiacere !!!!!