Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni, è un cantautore, pianista, compositore e artista veneto classe 1989. Creativo, poliedrico e dalle molte sfaccettature, coltiva la sua carriera anche nell’arte contemporanea, parallelamente alla musica. Il suo stile è caratterizzato da performance spesso d’impatto e provocatorie, riscontrando in pochi anni contatti e produzioni in molte gallerie e festival italiani ed europei. Tra le sue performance più note, “No Frame Portrait”. Ha collaborato, negli anni, con numerosi artisti e produttori, aprendo inoltre live per Thegiornalisti, Tiromancino, Vinicio Capossela, Calcutta, Wrongonyou e Lucio Corsi.
È stato presentato a Roma sabato 27 e domenica 28 novembre allo Spazio Fontanella “No Frame Portrait”, l’intensa performance itinerante di Dodicianni.
Prodotta da Nevada Inc. e Illmatic Film Group e ispirata a performance di artisti come Marina Abramović e Maurizio Cattelan, “No Frame Portrait” è stata ideata dal musicista e artista partendo dalla volontà di utilizzare un linguaggio potente e universale capace di andare oltre i compromessi, i confini e le barriere che popolano la società moderna, che sembra spesso spendere più energie per separare persone, idee e popoli piuttosto che per unirli, comprenderli, entrarvi in autentica e profonda connessione.
Due sedie, due persone e solo la musica a fare da canale, e da collante, per connettersi e raccontarsi: questa è l’essenza di No Frame Portrait, un’esperienza forte e diretta che in passato si è già tenuta in città come Berlino, Milano, Bologna e Bolzano, e ha portato anche alla nascita di un omonimo album di piano solo.
“Fare musica è prima di tutto provare a raccontare e comunicare con un pubblico, grande o piccolo che sia” – ha detto Dodicianni- “Con questa performance ho cercato togliere ulteriori elementi e quindi barriere tra me e le persone: solamente io, loro e un unico mezzo di comunicazione, la musica”.
Ed è così che l’artista, senza alcuno scambio verbale, ha realizzato per ogni persona un vero e proprio ritratto musicale, una piccola composizione al pianoforte che le è stata poi donata. Incontri singoli e intensi, dove a parlare sono state soltanto le sensazioni, gli sguardi, il linguaggio del corpo. Al termine, a ogni partecipante è stata inoltre scattata una fotografia da Fabio Germinario, per catturare le emozioni sui loro volti immediatamente dopo la sessione con l’artista.
di Eleonora Marino