L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, in collaborazione con la Fondazione Lloyd’s Register e di Gallup, ha pubblicato il rapporto “Experiences of Violence and Harassment at Work: A globale first survey.” Questo primo studio di portata mondiale rivela che più di una persona su cinque (quasi il 23 per cento) ha subito violenza o molestie di natura psicologica o sessuale nell’ambito del lavoro. Il rapporto mette in risalto le dimensioni e le diverse manifestazioni del problema, analizzando i fattori che impediscono alle persone di parlare di tali esperienze per mancanza di fiducia nelle istituzioni o perché tali comportamenti disdicevoli sono considerati “normali”. Lo studio è basato su interviste condotte nel 2021, che hanno coinvolto 75.000 lavoratori e lavoratrici con più di 15 anni in 121 paesi e territori nell’ambito dell’indagine “World Risk Pol” della Fondazione Lloyd’s Register.
Su scala mondiale, solo la metà delle vittime nel mondo ha messo a parte qualcun altro di aver subito violenza o molestia, e spesso solo dopo la reiterazione o per aver sperimentato più di una forma di violenza e molestie. I motivi più comuni per il silenzio sono adducibili alla considerazione che si tratti di una “perdita di tempo” e per la “paura per la propria reputazione”. Rispetto agli uomini, le donne sono più inclini a condividere la propria esperienza (60,7 per cento rispetto al 50,1).
Il 17,9 per cento delle lavoratrici e dei lavoratori ha dichiarato di aver subite violenza e molestia di natura psicologica durante la propria vita lavorativa, e l’8,5 per cento (più uomini che donne) di natura fisica. Tra gli intervistati il 6,3 per cento ha riferito di aver subito violenza e molestie sessuali, con le donne maggiormente esposte.
Giovani, lavoratori migranti, lavoratori e lavoratrici dipendenti sono i gruppi con maggiore probabilità di essere vittime di diversi tipi di violenza e molestie. Rispetto alla controparte maschile, le giovani donne sono doppiamente esposte a violenza e molestie sessuali, percentuale che raddoppia ulteriormente per le donne migranti. Le persone subiscono violenza e molestie più volte nella loro vita lavorativa e quelle psicologiche sono le più diffuse.
La Convenzione dell’OIL n.190 e la Raccomandazione n.206 sulla violenza e le molestie del 2019 sono le prime norme internazionali del lavoro che stabiliscono un quadro comune per prevenire ed eliminare la violenza e le molestie nel mondo del lavoro, comprese quelle basate sul genere.
La raccolta di dati attendibili su questo tema è, dunque, essenziale per quanto impegnativa, perché fornisce una base che tutti possono utilizzare per verificare il progresso in questo ambito fondamentale per la sicurezza. Il Rapporto aiuta a comprendere non solo l’entità del problema ma anche identificare le persone più a rischio, soprattutto in contesti nei quali vi è scarsità di dati verificati.
L’indagine OIL – Lloyd’s Register – Gallup fornisce una serie di raccomandazioni. Si pone anzitutto la necessità di raccogliere dei dati attendibili con regolarità in materia di violenza e molestie sul lavoro a livello nazionale, regionale e globale al fine di dare un supporto alla legislazione di prevenzione e rimedio, alle politiche, strategie, programmi, ricerca e azioni di sensibilizzazione. Bisogna ampliare e aggiornare i meccanismi di prevenzione e gestione della violenza e molestie nel mondo del lavoro, anche attraverso sistemi di ispezione del lavoro e politiche e programmi di salute e sicurezza sul lavoro. Altro fattore fondamentale da implementare è l’espansione della consapevolezza sul tema, per modificare la percezione della violenza e delle molestie in ambito lavorativo, la stigmatizzazione, le attitudini ed i comportamenti che possono perpetuare questi comportamenti illeciti, in particolare quelli fondati sulla discriminazione. Il Rapporto raccomanda infine di rafforzare la capacità delle istituzioni a qualsiasi livello per la messa in campo di misure efficaci di prevenzione, rimedio e sostegno per rafforzare la fiducia delle persone nella giustizia e di garantire assistenza alle vittime.
di Rosaria Russo