Pubblicato il primo bando che si adegua alle nuove regole. Si tratta della selezione di 92 funzionari da immettere nella Pubblica Amministrazione centrale, una parte al ministero dell’Ambiente e un’altra all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
La novità principale sta nel digitale. Non solo tutte le prove saranno su supporto informativo, in altre parole niente più carta e penna, ma anche l’orale potrà avvenire in video-conferenza, con tutte le precauzioni del caso. “Garantendo comunque l’adozione di soluzioni tecniche che assicurino la pubblicità della stessa, l’identificazione dei partecipanti, la sicurezza delle comunicazioni e la loro tracciabilità”, tiene a rimarcare il ministero della P.A.
Il Coronavirus ha accelerato una svolta che si tentava da tempo. Riformare un’istituzione come quella del concorso pubblico richiedeva evidentemente regole eccezionali. Le modifiche, volute dalla titolare della P.A, Fabiana Dadone, dovrebbero, sempre nelle intenzioni di palazzo Vidoni, anche velocizzare i tempi. Di solito tra il bando e la graduatoria dei vincitori si impiegano 18 mesi, “troppo” secondo lo stesso ministero. L’obiettivo è dimezzare la durata.
Andando per ordine. Le novità partono dalla presentazione della domanda. Tanto per cominciare, si dovranno spiegare le ragioni che portano a partecipare alla selezione. E anche qui funziona tutto via web: ci si candida, entro 15 giorni dalla pubblicazione del bando, autenticandosi tramite Spid, l’identità digitale.
Prima della prova scritta c’è la preselezione con i quiz. Non più esclusivamente nozionistici ma anche “situazionali” per testare le competenze attitudinali, le ‘soft skill’. Ci potrebbero essere, quindi, dei quesiti, che ricreano problematiche tipiche dell’ufficio, con lo scopo di misurare la capacità di organizzare il lavoro, fare squadra o gestire situazioni di stress.
di Massimiliano Gonzi