In Italia, si sente spesso ripetere, si scrive molto e si legge poco, il che sarebbe all’origine – nel comune sentire – della crisi del settore editoriale e, più in generale, della cultura. Ma le cose stanno veramente così? Siamo andati a consultare gli ultimi dati diramati dall’Istituto Centrale di Statistica (ISTAT), pubblicati a gennaio 2021, riferiti all’ultimo biennio. Iniziamo con le pubblicazioni a disposizione dei potenziali lettori: nel 2019 sono usciti mediamente 237 libri al giorno, quasi 1,3 libri ogni mille abitanti; la maggior parte (58,4%) sono nuovi titoli, seguono le nuove edizioni (8,5%), mentre il restante terzo è rappresentato dalle ristampe. Parlando di tirature, tra libri vecchi e nuovi contiamo circa 192 milioni di copie. Avuto riguardo al 2019, la percentuale di lettori è pari al 40 per cento della popolazione (considerando solo coloro che hanno 6 o più anni), la cui preferenza va nettamente al cartaceo (77,2 per cento), rispetto al formato elettronico (7,9), Per quanto il dato sia migliore rispetto al 38,6 del 2000, siamo ancora sotto il massimo toccato nel 2010, quando i lettori erano quasi un italiano su due (46,8). Prevalgono i giovani: poco più del 50 per cento dei lettori è collocata nella fascia di età 15-17 e in quella 11-14. Leggono di più le donne, 44,3% contro un 35,5% di lettori maschi, e in questo target svettano le giovani lettrici di età compresa tra gli 11 e i 19 anni (parliamo di almeno un libro letto all’anno). Per quanto riguarda il numero di libri, i cosiddetti lettori forti (12 o più libri all’anno) sono circa il 15,6 per cento, contro una percentuale assai più significativa di coloro che dichiarano di non averne letti più di tre (44,3). Pure tra i lettori forti prevalgono le donne (16,7 contro 14,1). Incidono fortemente nella propensione alla lettura l’ambiente familiare, l’istruzione e la residenza (si legge di più al Nord, meno al Sud e nelle isole), mentre durante il lock down hanno letto più di 6 persone su 10 (62,6), trasformando la lettura nella terza modalità di occupazione del tempo libero, dopo la televisione e i contatti a distanza con amici e persone care. Chissà che le persone ci prendano gusto e non smettano più!
di Paolo Arigotti