Come ogni anno, il 1 dicembre viene celebrata la Giornata mondiale Aids, importante promemoria per la diffusione della comunicazione sulla prevenzione e per la promulgazione di dati ancora poco rassicuranti: 42 milioni di persone sieropositive (quasi la metà sono donne), cinque milioni i soggetti contagiati negli ultimi cinque anni e una rapida diffusione nei paesi orientali finora sfuggiti al Virus.
L’aids è senza dubbio la prima e forse l’unica epidemia che ha avuto sin dalle sue origini i mezzi di comunicazione di massa,come testimoni oculari della sua diffusione e dell’ impatto disastroso sulla psicologia collettiva mondiale.
L’informazione, permessa dai mass-media, ha infatti contratto i tempi d’informazione, creando spesso effetti molto più negativi che positivi, diffondendo (soprattutto nei primi anni) l’errata convinzione di un contagio molto semplice, che per tempo ha alimentato l’idea della pericolosità dei rapporti sociali in genere e la conseguente ghettizzazione di alcune categorie di persone.
La scoperta del Virus risale alla fine del 1980, grazie al lavoro di Michal Gottlieb, ricercatore dell’Università della California che, nel giro di pochi mesi, si è trovato di fronte a rari casi di polmonite su giovani pazienti omosessuali. Vennero allora stilate di conseguenza, in maniera troppo precipitosa, le cosiddette “categorie a rischio” (omosessuali, emofiliaci, prostitute, ecc), provocando una seria emarginazione e un’ alterazione dei rapporti sociali, basata sulla scarsa informazione dei metodi di contagio (fondamentalmente attraverso il sangue) e su pregiudizi senza fondamenta.
Un passaggio importante dell’epidemia e dell’opinione collettiva si ebbe, quando la comunità scientifica si rese conto che l’AIDS veniva trasmesso anche a persone eterosessuali, con la conseguente dilatazione dello spettro di individui potenzialmente contagiabili.
Nel 1988, durante la IV Conferenza Internazionale, venne celebrata per la prima volta la giornata mondiale dell’Aids, che ancora oggi riveste un ruolo importante per la promozione, attraverso ogni canale mediatico, della lotta contro il virus e per l’informazione capillare sulla prevenzione attraverso l’informazione.
Quest’anno il Ministero della Salute, in occasione della quinta Giornata mondiale Aids ha promosso, tra le tante iniziative, lo Scratch Aids Away: una dj session che ha visto alternarsi alla console personaggi musicali di alta qualità, tutti uniti dallo slogan: L’Aids alza la voce. E noi alziamo il volume.
Nonostante il livello di informazione sulla prevenzione e sui rischi reali della malattia sia palesemente calato negli ultimi anni, l’Aids non è affatto una minaccia lontana, al contrario.
Gli ultimi dati italiani riportati sul sito del Ministero della Salute, registrano dalle 3.500 alle 4000 nuove infezioni solamente nel 2007, un calo della mortalità per Aids ma un aumento di infezioni, che per il 65% dei casi avvengono per via sessuale.
L’Aids continua ad essere la piaga anche del XXI secolo: colpisce indistintamente paesi industrializzati e non, trovando terreno fertile (per motivi antropologici ed economici), soprattutto nei paesi del Terzo Mondo: l’Africa subsahariana, con appena il 10% della popolazione mondiale, è infatti il continente dove vive ancora il 60% dei sieropositivi.