La notizia della decisione della Corte Costituzionale relativa al ricorso presentato dalla FIALP, costantemente e concretamente supportata dalla CISAL, e da altre due organizzazioni sindacali autonome, ha suscitato un grande clamore mediatico, così come era logico attendersi. C’è stata una gran corsa a rivendicare l’apertura dei tavoli di contrattazione ed i mezzi di informazione, specie televisivi, si sono preoccupati di riportare le dichiarazioni dei responsabili dei sindacati confederali, molto lesti, ora, a richiedere con gran voce l’apertura della contrattazione. Già, pronti e lesti ora! E fino ad ora?
Quando abbiamo avviato le procedure del ricorso, dove erano? E perché non hanno fatto come qualcun altro che sebbene in ritardo, rispetto alla nostra iniziativa, ha pensato bene di proporre anche lui il ricorso? Dove erano quando abbiamo pubblicamente detto che si potevano costituire in giudizio insieme a noi?
Ringraziamo ovviamente gli organi di informazione, alcuni che seriamente e correttamente hanno riportato l’elenco dei veri ricorrenti, cioè di chi si è impegnato, di chi ci ha messo risorse ed ha portato avanti la battaglia, e non ringraziamo chi invece non ha avuto neanche il pudore e l’onestà intellettuale di dire con chiarezza chi aveva sviluppato la vertenza e si sono limitati a fare da amplificatori a chi in questa vicenda non ha avuto alcun ruolo! Ma questo è il nostro paese, purtroppo!
Dobbiamo attendere il deposito della sentenza della Corte Costituzionale, per un esame approfondito di quanto deliberato, ma questa sentenza è una grande vittoria!
Una vittoria che impedirà ai prossimi governi di continuare a perpetrare un abuso, perché tale è, e che è stato portato avanti con metodi davvero intollerabili.
I governi, a fronte di difficoltà finanziarie, hanno usato il pubblico impiego e le pensioni come un vero bancomat, ma soprattutto per quanto concerne il pubblico impiego lo hanno fatto seguendo uno schema che ora non potrà più essere adottato!
I vari governi di turno, per far quadrare il bilancio non hanno fatto altro che fare i propri conti e decidere chi colpire senza neanche aprire un confronto con le organizzazioni sindacali del pubblico impiego, senza dar conto del perché si taglia al pubblico impiego e non in altri settori, quindi hanno inserito i provvedimenti di blocco nelle varie leggi finanziarie o di stabilità, che poi nella quasi totalità dei casi, sono state approvate dal Parlamento con un voto di fiducia. Noi abbiamo spezzato questo meccanismo!
Ora il governo non ha più l’alibi per nascondersi dietro le leggi approvate dal Parlamento, anche se su sua proposta, da ora in avanti si dovrà confrontare con le organizzazioni sindacali.
Non siamo in cerca di medaglie o di particolari encomi, abbiamo fatto il nostro dovere, così come lo hanno fatto le altre due sigle ricorrenti (sempre del mondo sindacale autonomo), abbiamo segnato un punto di svolta ed ora si riapre una nuova fase di “normalità” dove le parti dovranno svolgere il loro ruolo, senza alibi di sorta!
Non saranno rose e fiori, non ci sono automatismi, sarà contrattazione, potrà richiedere azioni di lotta, mobilitazioni, e forse, se ci troveremo di fronte ad altri bizantinismi o tentativi di aggirare il deliberato della Corte Costituzionale, ulteriori iniziative legali.
Noi siamo pronti, lo abbiamo dimostrato e continueremo su questa strada!
Riteniamo di aver dato una risposta ai tanti lavoratori che si riconoscono nella FIALP CISAL, auspichiamo che anche altri lavoratori valutino positivamente quanto fatto e l’impegno di tutta l’organizzazione ad ogni livello sia centrale che territoriale e le diano fiducia sostenendola attivamente.
F.to Davide Velardi – SEGRETARIO GENERALE FIALP