Il crollo del turismo causato dall’avvento del Coronavirus ha avuto un impatto dirompente sulle economie di diversi Paesi, soprattutto in Italia. Con la riapertura sono stati creati, con accordi fra gli Stati, i corridoi turistici, che hanno privilegiato altri Stati rispetto all’Italia.
Il turismo ha visto un flusso notevole soprattutto verso la Spagna, la Grecia e Malta, ma, guarda caso, le notizie ufficiali vedono proprio in queste Nazioni una recrudescenza del virus.
Il crollo del turismo, inoltre, non ha avuto effetti sulle macro economie che presentano deficit nel “travel trade”. Germania e Regno Unito sono risultate in vantaggio rispetto a questa situazione, poiché i loro cittadini non si sono spostati all’estero, come di consueto, ma hanno preferito trascorrere le vacanze all’interno dei confini nazionali contribuendo all’economia domestica.
Alla luce dell’appello di rimanere in Italia per aiutare l’economia dei miei connazionali, che hanno già subìto un crollo economico, dovuto alla lunga chiusura invernale causata dal Covid 19, ho avuto modo di recarmi in Sicilia ad agosto per trascorrere una ventina di giorni di ferie al mare ed al sole della mia terra natale. Doveroso sottolineare, per onore di cronaca, che la Sicilia in questo momento è al centro delle polemiche a causa del braccio di ferro fra il governatore Musumeci e il Governo attuale, che ha chiuso le discoteche, ma ha lasciato aperti i porti ai migranti, che arrivano ad ondate, anche infetti dal virus, e che sono stati distribuiti in tutta l’isola. In particolare, circa 43 di cui 8 positivi sono stati destinati dal Ministro Lamorgese negli hot spot e nei centri di accoglienza di Noto che, è un centro turistico importantissimo, patrimonio dell’UNESCO, per la ricchezza culturale che caratterizza la città, in quanto gioiello del barocco siciliano. La popolazione si è ribellata, anche perché lamenta che i migranti fuggono dai centri di accoglienza e temono sia di potersi contagiare, sia che in Sicilia vi sia un inasprimento della pandemia.
Alla luce di questi fatti, il Governatore Nello Musumeci, dopo mesi di appelli al Governo, affinchè decida che i migranti possano essere distribuiti in Europa, come da accordi già presi, ritenendo prioritaria la tutela della salute della popolazione ha firmato un’ordinanza che prevede la chiusura degli hot spot e dei centri di accoglienza presenti sull’Isola. Il Governo si è opposto, impugnando l’atto amministrativo, adducendo che il fenomeno migratorio è di competenza dello Stato e il governatore Musumeci, a sua volta, ha depositato presso il TAR un ricorso, in quanto ritiene doverosa un’azione di tutela sanitaria della popolazione, che è di competenza esclusiva della Regione.
Ovviamente, in questo contesto, la Sicilia subisce tutt’ora un effetto boomerang, per il timore della pandemia Covid-19, che certamente non aiuta il turismo.
Questo l’ho potuto constatare in diretta: sono stata, infatti, a Taormina un paio di giorni e a Siracusa per il resto della vacanza. Essendo una frequentatrice dei luoghi, ho subito notato l’assenza di molti yacht in entrambi i porti e questo è un chiaro sintomo della crisi turistica, che ha colpito la zona.
Taormina, comunque ha un corso affollatissimo, negozi aperti fino a tarda notte ma vuoti, nonostante questo, è in controtendenza rispetto a Siracusa, perché, anche se ha subìto la chiusura di numerosi famosi alberghi, è sempre piena di gente. Diversa la situazione di Castelmola, sopra Taormina, che ho notato piuttosto vuota. Ho intervistato il portiere del mattino, che mi ha detto che l’albergo Villa Sonia ha perso più o meno l’80% degli ospiti, avrebbero dovuto aprire la stagione come sempre a metà marzo, ma a causa della chiusura hanno aperto solo il 28 giugno e certo questo ritardo non lo recupereranno più, in quanto molti stranieri fidelizzati hanno disdetto la prenotazione e a settembre prevedono l’albergo quasi vuoto.
Per quanto concerne la città di Siracusa devo dire che purtroppo è in uno stato pietoso. Molta la spazzatura abbandonata in giro, si assiste alla chiusura di numerosi alberghi, il caos per entrare al centro di Ortigia è notevole, sia per la mancanza dei bus elettrici, promessi, comprati ma non circolanti, sia a causa dei vigili urbani inesistenti. Oltretutto, non sono rispettate le norme della protezione dei beni culturali, si assiste ad una sorta di giungla in cui chioschi sorgono attaccati ai monumenti. Il Pil del turismo è, rispetto agli altri anni in caduta libera, i ricavi sono in calo anche del 65%. A Siracusa si assiste, infatti, alla chiusura a tempo indeterminato delle strutture ricett
ive. Ho intervistato un’albergatrice, che ha appartamenti in un circuito di tour operator di prenotazione online, che affitta a turisti. Ha detto che la ripresa del turismo a Siracusa si è registrata soltanto nel mese di agosto, ma è stato un turismo mordi e fuggi, non è stato sicuramente un periodo estivo allo stesso livello degli scorsi anni. La stagione non è finita, perché il tempo è bello fino a novembre, ma non ci sono prospettive di ripresa per la recrudescenza dei contagi importati. Sicuramente hanno perso più del 30% dei guadagni. Per quanto riguarda i Tour Operator, ho intervistato una signora che, con il marito si occupa di cicloturismo, organizzando tour della Sicilia. Ha detto che hanno avuto un calo almeno del 90% dei guadagni rispetto agli altri anni. Lavorano, soprattutto, in primavera e in autunno, con clientela prevalentemente estera, tanto mercato tedesco, austriaco, svizzero, nonché inglesi, norvegesi e statunitensi. Generalmente ad agosto lavorano poco a causa sia del clima molto caldo, sia per il traffico intenso. Quest’anno, eccezione alla regola, hanno avuto quattro clienti esteri ancora presenti. Non è possibile adattare il loro prodotto al mercato siciliano, perché organizzare nella Sicilia occidentale per poterlo vendere ad un cittadino palermitano non è fattibile, in quanto si organizza individualmente e non ha bisogno di loro. Sperano di avere clientela anche per settembre. Generalmente i turisti esteri decidono all’ultimo momento per non avere problemi di frontiere chiuse, voli cancellati e poi dover ricorrere a rimborsi ed accontentarsi di voucher/buoni per viaggi futuri. Sono arrivate anche richieste di last minute, ma sempre e solo una settimana prima dell’arrivo. Sono molto preoccupati per il prossimo anno e temono, che possano riprendersi non prima di tre o quattro anni. Parlando di perdite la chiusura ha inciso negativamente, in quanto non hanno fatturati significativi dal mese di novembre 2019. Di solito i guadagni durano da marzo/aprile a novembre. Generalmente l’azienda gestisce un carico di 900 passeggeri tra gruppi e clienti individuali, ma nel 2020 per tutta la stagione hanno avuto solo 100 passeggeri. Possono, comunque, ancora esserci prenotazioni. La Regione Siciliana ha promesso aiuti e dato buoni consigli. Sono state diffuse notizie nella stampa nazionale di vacanze, regalate a tutto il mondo in primavera, fino ad un fatturato di 75 mila euro. I partners esteri chiamavano per avere informazioni e per aderire all’iniziativa. E’ stato imbarazzante, per gli operatori economici siciliani, che non avevano risposte concrete da dare agli stranieri interessati. In questo periodo storico, caratterizzato dalle limitazioni imposte agli eventi dal vivo e, soprattutto dalle poche certezze dovute al Covid, gli operatori economici siciliani si sono fatti carico ugualmente degli oneri e delle spese per rimettere in moto le attività e cercare di garantire i posti di lavoro ma, a tutt’oggi attendono la concretizzazione delle promesse di aiuto e sostegno da parte della Regione.
di Francesca Caracò