La nota dei sindacati continua elencando “le categorie di lavoratori escluse: dimenticati di nuovo i collaboratori autonomi occasionali non iscritti alla Gestione separata Inps, in quanto percettori di redditi inferiori ai 5.000 euro (spesso impiegati nei settori produttivi più colpiti dalla crisi come turismo, spettacolo, formazione oppure come quelli del food delivery, considerati essenziali nei giorni più duri del lockdown). Esclusi dalle indennità Covid-19, si trovano senza reddito e senza lavoro dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Dimenticati di nuovo i collaboratori coordinati e continuativi con contratti di lavoro “sospesi”, senza reddito ma non disoccupati: non rientrano tra i beneficiari delle indennità e neppure nella disoccupazione Dis-coll. Dimenticati di nuovo i lavoratori con contratto di somministrazione stagionale nei settori diversi dal Turismo e dagli Stabilimenti termali, mentre gli oltre 12 mila somministrati occupati nel comparto Sanità sono stati “rimandati” in prima linea con l’emergenza Covid, ma riconfermati nell’esclusione dai trattamenti economici accessori e integrativi in favore del personale sanitario, impegnato durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Stato e Regioni, nonostante i solleciti delle parti sindacali per una applicazione corretta del principio della parità di trattamento prevista dalla legge, non hanno incluso i somministrati, creando così situazioni di inconcepibile disparità tra lavoratori impegnati fianco a fianco nella lotta al virus.
Si aggiunga a ciò la richiesta dei Sindacati di categoria di superare le disposizioni previste dal D. Lgs. 25 maggio 2017 n. 75, che escludono i lavoratori somministrati dall’accesso alle quote riservate per la partecipazione ai concorsi pubblici e, quindi, alla possibilità di accedere ai percorsi di stabilizzazione.
A ingrossare le fila delle categorie di lavoratrici e lavoratori abbandonati, con la conversione in legge del Decreto Agosto, troviamo anche i collaboratori autonomi occasionali, che non hanno un contratto in essere e le partite IVA iscritte alla Gestione Separata Inps. ”Salvati” invece – per adesso – i percettori delle indennità di disoccupazione Naspi e Dis-Coll scadute tra 1 marzo e 30 giugno, prorogate di altri due mesi. Rinnovata l’indennità Covid-19 di 600 euro ai collaboratori sportivi, ma solo per il mese di giugno.
Le richieste sindacali di settore ribadiscono con forza la necessità e l’urgenza non più procrastinabile di costruire al più presto un sistema di ammortizzatori sociali strutturale e specifico che abbracci tutte le tipologie di rapporto di lavoro, dando copertura ai periodi di disoccupazione e di calo delle attività che in questa fase pandemica sta mettendo a dura prova migliaia di lavoratori.
di Massimiliano Gonzi