La considerazione sorge spontanea, alla luce degli effetti negativi che scaturiranno sulle amministrazioni pubbliche, in particolare su quelle del c.d. Parastato, dalla lettura dei provvedimenti appena varati del Governo ed ora all’esame delle Camere per l’approvazione finale.
Come non parlare di soppressione o, meglio ancora, di volontaria, subdola, strisciante rinuncia all’esercizio di funzioni – di mission – che storicamente, per scelta culturale, potremmo dire civile, nel nostro Paese, sono state gestite dal“pubblico”.
Così facendo si indebolisce, o si cancella, il diritto a servizi essenziali richiesti dai cittadini, e dal sistema produttivo, o li si rendono più inaccessibili, per gli alti costi che proprio le parti più deboli della società, quelle da tutelare per prime, quelle da sostenere nei momenti difficili – la disoccupazione, la malattia, la vecchiaia – non possono più sopportare.
Questo Governo, in continuità con i precedenti, ridimensiona lo Stato sociale colpendo le amministrazioni, gli enti, le “aziende” pubbliche che quei servizi devono prestare.
E, per favorire il buon esito dell’attacco, aggredisce e lascia aggredire i lavoratori pubblici – che poi sono i suoi dipendenti!! – affinché si coltivi e cresca una opinione pubblica ostile, nemica della Pubblica amministrazione e dei suoi addetti.
Ed all’interno della Pubblica amministrazione, gli Enti del Parastato sono tra i più colpiti, nel silenzio assordante del “suo” Comitato di Settore, quello composto dai Presidenti di amministrazioni che dovrebbero pur difendere in qualche modo.
Un Comparto – gli EPNE – già da tempo disarticolato e fortemente dimagrito, per la compressione, la riduzione, la cessazione od il trasferimento di attività.
Si potrebbe partire dal ridimensionamento, dall’interruzione del sostegno pubblico alle attività sportive (leggasiCONI) od anche a quelle produttive (leggasi ICE per quelle commerciali, ENIT per quelle turistiche).
Per proseguire, con un rapido salto, al disegno demolitore della Croce Rossa Italiana.
E, infine, dopo la moria di molti Istituti previdenziali e assistenziali o di ricerca, prima per privatizzazione, poi per fusione o incorporazione (solo per citare gli da ultimi: ISPESL,IPSEMA, IPOST, ENPALS, INPDAP …) si tenta di mettere all’angolo anche l’INAIL e l’INPS (ultimi pilastri rimasti..) rendendone difficile, se non impossibile, l’erogazione efficace ed efficiente delle loro prestazioni.
Come ?
Indirizzando la stracitata spending review, non sugli appalti, sulle esternalizzazioni, le consulenze, gli sprechi.
No: sui tagli al e del personale.
E, quindi, dai blocchi delle retribuzioni alle sforbiciate al valore dei buoni pasto, dal ridimensionamento degli organici ai minacciati esuberi di personale, con tutte le conseguenze del caso (anche in questo caso nel totale silenzio dei – lautamente pagati – Vertici delle amministrazioni !!)
La FIALP contesta e contrasterà il disegno di demolizione del Parastato, a tutela della pubblicità delle sue “funzioni” ed a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori di questi Enti.
Dopo il presidio del 24 luglio in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati e le prime assemblee sul territorio nazionale, sui posti di lavoro del Comparto, chiamerà i lavoratori ad unirsi in una lunga, difficile ma necessaria battaglia.