Lo stop allo smart-working per la PA rimane uno dei temi più caldi degli ultimi giorni. Dopo che il Ministro Brunetta ha espresso la volontà di riportare in presenza i dipendenti pubblici, il governo sta lavorando ad un emendamento, da convertire in legge entro il 23 settembre, per riconsiderare la presenza fisica negli uffici dei dipendenti pubblici. Bisogna ricorda che nel DL Riaperture dello scorso aprile, convertito in legge a giugno, era stata inserita la proroga dello smart-working fino a fine dicembre 2021.
Il Governo, tuttavia, sta pensando di riportare in presenza i dipendenti pubblici prima della fine del 2021, al contrario delle norme anti-Covid stabilite, rendendo lo smart-working di nuovo un’eccezione e non la regola. Alla fine dello scorso aprile erano state cancellate le percentuali minime di smart-working, ma l’organizzazione della PA è rimasta quasi invariata, facendo del lavoro agile la regola.
Il Ministro Renato Brunetta continua a spingere per la fine dello smart-working e il ritorno in presenza, ma il tema rimane delicato, a causa delle diverse implicazioni politiche legate alla questione. Il cambio di rotta dovrà per forza passare per i sindacati e tenere conto dell’andamento dei contagi in Italia.
Ovviamente la questione del ritorno in presenza dei dipendenti pubblici è strettamente legata all’obbligo della certificazione verde. Oltre all’obbligo del Green Pass per i docenti e il personale scolastico, dal primo settembre la certificazione verde è obbligatoria anche per accedere ad alcuni trasporti. Si discuteva recentemente di applicare lo stesso obbligo anche ai dipendenti della Pubblica Amministrazione. La proposta era nata proprio per ridurre la fetta di dipendenti pubblici in smart-working e migliorare le prestazioni della Pubblica Amministrazione. Lo ha ribadito anche il Ministro della Salute, Roberto Speranza: “Si può valutare se procedere con l’estensione del passaporto vaccinale. Ad esempio, per i dipendenti della pubblica amministrazione”. Ma la questione è strettamente correlata alla campagna vaccinale e alla questione politica, dove la Lega e il Movimento 5 Stelle si sono schierati contro l’obbligo vaccinale.
di Massimiliano Gonzi