Stretta sul contante dal primo gennaio

Come previsto, a partire dal nuovo anno ci sarà una ulteriore stretta per i pagamenti in contanti, con l’obiettivo dichiarato di contrasto a fenomeni di evasione o elusione fiscale: dagli attuali duemila, non sarà più possibile effettuare nessun pagamento contante al di sopra della soglia dei mille euro. La misura recepisce quanto disposto con il cosiddetto decreto fiscale, varato dal Governo Conte-bis nell’estate dello scorso anno, che fissava una progressiva limitazione ai pagamenti cash, fino ad arrivare appunto alla nuova soglia. In realtà una misura analoga era già in vigore per effetto del decreto Salva Italia (Governo Monti) nel 2011, ma la soglia fu nuovamente elevata nel 2016 dall’Esecutivo guidato da Matteo Renzi. Non sono state, pertanto, accolte le proposte di emendamento di Fratelli d’Italia, finalizzate ad un incremento del tetto previsto. Il Governo Draghi ha ritenuto di difendere la misura, vedendola come efficace mezzo di contrasto non solo all’evasione fiscale, ma pure al lavoro nero. Tutti i negozianti e professionisti saranno obbligati, ove non già in dotazione, a munirsi di strumenti per accettare pagamenti tramite bancomat o carta di credito, a prescindere dall’importo. Previste sanzioni per chi rifiuterà i pagamenti elettronici, che andranno da un minimo di 30 euro fino a multe più elevate, parametrate al valore del prodotto o servizio. Restano confermate le restanti misure contenute nella manovra, sottoposta ad un rapido esame ed approvazione con la fiducia dalle Camere: nuovi scaglioni per l’Irpef a 4 aliquote (23%, 25%, 35%, 43%), rivisitazione delle detrazioni con una clausola di salvaguardia per i redditi bassi, abolizione dell’Irap per circa 835mila autonomi, misure contro il caro bollette, prevedendone la rateazione fino a 10 scaglioni. Confermati i bonus casa, mobili e idrico, ampliato il 110 per cento, pur non essendo mancati riguardo le diverse misure contrasti tra le forze politiche che sostengono l’Esecutivo, che hanno costretto il capo del Governo ad un lavoro di mediazione tra le diverse istanze.

di Paolo Arigotti