L’uso positivo e consapevole di Internet è una questione sempre più presente nel dibattito pubblico, politico e scientifico. Il 9 febbraio si è celebrato il Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea, un tema di grande attualità che quest’anno ha una valenza maggiore.
L’emergenza sanitaria sappiamo che ha inciso in modo profondo e spesso drammatico sulle abitudini degli adolescenti italiani, e particolarmente sul loro modo di approcciarsi al mondo virtuale e digitale. Lo slogan Together for a better Internet accompagna da anni la manifestazione nel mondo, per evidenziare che l’impegno di tutti gli attori sociali, famiglie, imprese, istituzioni, è la condizione imprescindibile per rendere Internet uno strumento utile e sicuro. Numerosi gli eventi a livello locale e nazionale promossi da molte istituzioni pubbliche, in primis il Ministero dell’Istruzione coordinatore di “Generazioni connesse”, il Safer Internet Centre in Italia, il Centro italiano per la sicurezza in Rete.
Sono state presentate ufficialmente anche le nuove linee di orientamento del Ministero dell’Istruzione per la prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Uno studio condotto di recente da Terre des Hommes Italia in collaborazione con ScuolaZoo ha evidenziato un dato drammatico: nell’anno della pandemia il 61% dei ragazzi ha affermato di essere stato vittima e il 68% di aver assistito ad episodi di bullismo e cyberbullismo. Come dichiara Paolo Ferrara, Direttore della Onlus, la violenza tra pari, online e offline, è una realtà con cui i ragazzi fanno i conti quotidianamente. Subìta o soltanto percepita, è un attacco alle proprie insicurezze e alla identità in formazione, che li preoccupa, li condiziona e lascia segni gravi sulla loro personalità.
Ciò che emerge è che vi sono ancora molte carenze e criticità cui non fanno fronte adeguatamente le norme vigenti. Il bullismo è diventato un fenomeno sempre più complesso e si configura come una risposta scomposta e violenta ai cambiamenti culturali e sociali. Scuola, famiglie e studenti sono chiamati ad essere i protagonisti di una reazione civile e consapevole ad una piaga, che trova sempre nuove articolazioni e nuovi bersagli, con il necessario supporto delle istituzioni. I dati forniti da “Generazioni connesse”, nella ricerca realizzata da Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Università di Roma “Sapienza” mettono in risalto la quantità e la qualità delle ore passate in Rete dai giovani, che sono raddoppiate rispetto allo scorso anno, a causa dei periodi di “clausura” in casa, della lontananza dalla scuola e dalle altre attività di socializzazione, durante la pandemia. Un ragazzo su cinque si definisce “sempre connesso” e 6 adolescenti su 10 dichiarano di passare più di 5 ore al giorno in internet. Alla luce dei recenti terribili eventi, che hanno visto la morte di bambini impegnati in gare pericolose nel social TIKTOK, l’unico efficace strumento a disposizione sembra essere l’educazione digitale, per prevenire ed affrontare le questioni più difficili.
La Legge n.92 del 20 agosto 2019, che ha reintrodotto l’insegnamento scolastico dell’educazione civica, ha dato indicazioni in merito anche alla necessità che la scuola favorisca l’acquisizione delle necessarie competenze per esercitare una cittadinanza digitale consapevole.
di Rosaria Russo