UN SUPER-INPS CODARDO SI ACCANISCE CONTRO I PENSIONATI PIÙ INDIFESI (E L’INAIL SI ADEGUA)

Si avvicina la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il Modello 730 e tra i diciotto milioni e passa di pensionati, incarrozzati nel Super-INPS, decine e decine di migliaia di anziani affollano smarriti o agitati gli uffici dei CAF, essendo questi l’unica alternativa rimasta, per gli adempimenti annuali dei doveri con il Fisco, all’affidamento di un incarico retribuito ad un tributarista abilitato.
L’ente previdenziale pigliatutto – cui l’INAIL si è subito allineato, forse con qualche prevaricazione – colpito dalla scure delle disposizioni dettate dalla legge di stabilità 2013, é ricorso alla misura riduttiva più facile ma più odiosa delle proprie funzioni di protezione sociale, colpendo titolari delle prestazioni, deboli per età e condizioni fisiche, non in grado di utilizzare, come preteso dall’ente, esclusivamente i mezzi di comunicazione informatica in sostituzione della ricezione del CUD cartaceo, da sempre inviato per posta.
La consegna a domicilio verrà effettuata solo “a richiesta” dei pensionati o con oltre 85 anni (!); in tutti gli altri casi bisogna recarsi alle Sedi INPS o ad un Ufficio postale o ad un CAF, a meno che non si possegga un indirizzo di posta elettronica certificata o la registrazione con codice d’identificazione rilasciato dall’INPS.
Già dallo scorso anno l’ente, che ricordiamolo è sostituto d’imposta nella ritenuta obbligatoria sulle prestazioni, si era già chiamato fuori dalla ricezione del Modello 730 per il calcolo dell’IRPEF e la trasmissione della dichiarazione dei redditi dei pensionati all’Agenzia delle Entrate, interrompendo l’assistenza fiscale diretta, funzione conforme alla natura di un sostituto d’imposta.
Inaspettatamente, per volontà di legge e di burocrazia, il sostituto si trasforma in un puro esattore fiscale.
La facilitazione metteva i pensionati in condizioni di avere una liquidazione dell’IRPEF semplice e pronta, sicura e priva di adempimenti, insomma un’operazione tributaria di dare/avere, in una contropartita tra la certezza di riscossione da parte del Fisco e la ritenuta per legge dell’imposta sul reddito, la quale é stata istituita proprio per liberare lo Stato e gli enti impositori dalle incognite insite nel prelievo a posteriori su dichiarazione, consentito solo ai cittadini non lavoratori dipendenti.
Tutti liberi ed uguali di fronte al Fisco, dunque? Manco per sogno.
La ritenuta obbligatoria IRPEF sulle retribuzioni da lavoro dipendente pubblico e privato e l’assistenza fiscale diretta restano, mentre sulle prestazioni erogate dagli enti previdenziali resta solo la ritenuta IRPEF e viene interrotta l’assistenza fiscale diretta; di conseguenza l’INPS risparmia e si riduce da subito la spesa pubblica a discapito dei pensionati, sempre nel rispetto del principio di uguaglianza dei cittadini sancita dalla Costituzione, s’intende!
Così, con il pretesto di rendere. informatici i nonni per risparmiare sulle spese postali, si sottrae agli stessi un’agevolazione negli adempimenti fiscali consona all’età, alle condizioni di salute e di vita – é noto che la popolazione anziana italiana é largamente diffusa sul territorio – e perché no, anche al grado d’istruzione e a capacità d’apprendimento che non si é più in tempo ad acquisire.
Si afferma, con preteso piglio manageriale e ostentazione di salvatori della Patria, che per ridurre la spesa pubblica e il bene del Paese, l’INPS risparmierà 40 milioni all’anno di Euro; se non sbagliamo i conti, poco più di cinquanta centesimi per pensionato!
Ma quanto costa a ciascuno ed in particolare a qualcuno di loro, il disagio, l’ansia, la percezione di un sopruso nella pretesa di comportamenti imposti con dispregio e la sensazione avvilente del disadattamento dovuto ad una “diversità” di conoscenza non voluta?
Chi non si é preoccupato per generazioni d’informatizzare gli Italiani, con quale”coraggio civile” si permette di angariare anziani cittadini che hanno fatto “l’Italia del benessere” con il proprio lavoro dipendente, assoggettato per un’intera vita alla doppia ritenuta alla fonte di almeno il 23% per IRPEF e di oltre il 33% per contributi previdenziali, somme versate largamente a copertura delle spese postali, oltre che delle proprie pensioni?