Questo articolo è il primo di una serie che farà viaggiare il lettore nelle varie Regioni d’Italia per approfondire quelle che sono le ricchezze culturali e artistiche, che caratterizzano la nostra bella Nazione.
Ho deciso casualmente di iniziare dalla Puglia, in quanto ho conosciuto personalmente un artista di Grottaglie, un comune in provincia di Taranto, denominato anche “città delle ceramiche” e “città dell’uva”, in quanto produce ottima uva da tavola “vitis vinifera”.
Il nome dell’artista, che ha il suo laboratorio artigiano nel quartiere delle ceramiche, è Salvatore Caraglia e l’ho intervistato per il Nuovo Panorama Sindacale.
Salvatore com’è nata la tua passione per la ceramica?
La mia passione è iniziata quando avevo dieci anni in una bottega dove lavorava mio padre, ma non contento ho lavorato anche in un altro laboratorio per approfondire il metodo e ottimizzare ed arricchire il mio bagaglio artistico. Ho frequentato maestri di alto livello e l’Istituto d’Arte di Grottaglie. Questi studi hanno consentito la mia evoluzione artistica, ho introdotto nelle mie ceramiche alcune novità, come le forme geometriche utilizzate negli oggetti di arredo, quali ad esempio vari tipi di lampade.
Quindi non hai uno standard fisso nelle tue produzioni, non fai ripetitivamente gli oggetti e su ogni creazione che realizzi ti esprimi diversamente, infondendo anche delle novità!
Mi piace variare le mie produzioni, infatti, oltre che fare oggetti in ceramica smaltata, come ad esempio i pumi, le bambole, i profumatori, le lampade traforate, mi dedico anche alla tradizione, riproducendo anfore greche. Il mio modo di dipingere non è uguale a quello degli altri, ho studiato molto per realizzare anfore utilizzando materiali attuali ma, allo stesso tempo, prendo i materiali in natura, ispirandomi agli artisti greci, per dipingere in modo naturale. Infatti, adopero terreni rossi per infondere il colore rosso, tratto il materiale in modo specifico, lavandolo più volte e facendo rimanere la parte più pura per ricavare il colore, mentre per il nero uso il manganese, che ha bisogno anch’esso di un trattamento particolare. Tutto sembra dipinto normalmente, ma dietro c’è una preparazione non indifferente.
I tuoi figli lavorano con te?
Sono giovani e sto cercando di coinvolgerli, spero di riuscire a farli appassionare.
Hai studiato anche la ceramica di altre tradizioni? L’Italia è piena di quest’arte, che ne pensi della ceramica napoletana o di Faenza?
Ognuno ha la propria tradizione. Trovo che i modi di dipingere sia della scuola napoletana, sia di quella Faentina, siano davvero spettacolari. Sono un entusiasta di queste due scuole, ho visitato musei sia a Faenza che a Capodimonte e conto di tornarvi. Ogni tanto vado a vedere qualche pubblicazione su libri o internet.
Mi parli della tradizione delle donne baffute di Grottaglie? Qual è la loro origine?
Il protagonista è un vignaiolo di Martina Franca, che nel Settecento convolò a nozze con una giovane ragazza di Grottaglie. Nei borghi pugliesi vigeva ancora una tradizione feudale: il nobile proprietario del borgo si avvaleva dello Jus primae noctis, obbligando le giovani donne che convolavano a nozze, a trascorrere la prima notte di matrimonio con lui. Il vignaiolo era geloso e per evitare che la propria sposa si unisse al signore locale, si travestì da donna, con l’idea di uccidere il feudatario. Però si dimenticò di tagliarsi i baffi e il giovane principe scoprì l’evidenza. Dapprima, adirato voleva ucciderlo a sua volta, ma, sapendo poi che era un vignaiolo lo obbligò a portargli tutto il suo vino buono in anfore antropomorfe con le sue fattezze, altrimenti sarebbe morto e la sua amata non avrebbe conservato la sua illibatezza. Il vignaiolo girò tutta Grottaglie e tutte le botteghe produssero settecento anfore, raffiguranti bambole baffute, che furono riempite di tutto il vino buono, salvando così l’uomo e la sua sposa. Da quel momento si producono “le pupe con i baffi e senza baffi”, che rappresentano i protagonisti della leggenda, sono riprodotte anche nella versione a cavallo e si chiamano “Amazzoni”, ricordando la fuga degli sposi dal castello e sono utilizzati come candelieri o basi per lumi e anfore. Le amazzoni e le pupe di Salvatore Caravaglia sono molto particolari, hanno colori brillanti e il contrasto del bianco risalta con i colori vivaci scelti: sono veramente molto belle ed eleganti.
Che mi dici invece dei Pumi, qual è la loro origine?
La dea Pomona a Roma era la divinità dei frutti, quindi, il suo culto nella tradizione pugliese è rappresentato dal “Pumo”, dal latino “pomum” ed è un frutto a forma di bocciolo, racchiuso da quattro foglie di acanto. Questa ceramica, tipica a Grottaglie, indica la purezza, la fecondità, la prosperità e la ricchezza. Generalmente accompagno i miei “Pumi” con una didascalia descrittiva, in cui ho fatto scrivere che il “Pumo” rappresenta il nuovo, il buon augurio, l’annuncio di una novità, come una nascita, il coronamento di un sogno d’amore. Il “Pumo de Fleure” vuol dire letteralmente “Bocciolo del fiore”, che nel dialetto locale viene definito semplicemente “Pumo”. Ovviamente, realizzo i miei “Pumi” interamente a mano e quindi vi sono piccole imperfezioni che rendono unico il prodotto, che è il risultato di antica esperienza e tradizione. Ho molte richieste e li faccio di diversi brillanti colori, ad esempio a Natale, per i regali, ne creo molti di colore rosso.
Quindi si usano solo come bomboniere ed oggettistica da regalo?
Sì, per le lauree, le cresime, le comunioni, ma anticamente venivano usati anche come decorazioni per le facciate dei palazzi, dei corrimani, delle scale e dei balconi.
Ringrazio Salvatore e concludo segnalando ai lettori la città di Grottaglie con il suo quartiere della ceramica. Inoltre, suggerisco di andare a vedere i due musei locali, altrettanto interessanti, il Museo Didattico delle Maioliche, presso il Liceo Artistico “V.Calò”, situato vicino al Quartiere delle Ceramiche, dove si può conoscere la storia, le caratteristiche ed i segreti dell’attività della ceramica di Grottaglie sin dalle sue origini, nonché il Museo della Ceramica, la cui sede si trova nel Castello di Episcopio del 1300.
L’attività del Comune di Grottaglie è intensa nell’organizzazione degli eventi ed anche quest’anno, nonostante le gravissime difficoltà causate dalla pandemia, è stato ritenuto utile organizzare la Mostra Mediterraneo dal primo al 31 agosto. L’assessore alla cultura Elisabetta Dubla ha detto che si tratta di “Un’esposizione itinerante alla riscoperta di luoghi, rigenerazione degli spazi, del corpo, della mente, passeggiando nei vicoli con in testa il cielo”. E’ un percorso che si snoda dal Castello Episcopio al Convento dei Cappuccini attraverso i vicoli del suggestivo Centro Storico che, non sempre sono fruibili ai cittadini.
Trentanove artisti, su ottanta adesioni pervenute da diverse Regioni italiane e da Nazioni europee ed extraeuropee, sono stati selezionati per confrontarsi nel concorso di ceramica contemporanea, utilizzando la ceramica e sperimentandola in linguaggi, tra tradizione ed innovazione.
di Francesca Caracò