Chi è Vladimir Putin l’attuale presidente della Russia? Se ci limitassimo a leggere l’etichetta della birra creata per le proprie bottiglie nel 2015 dal “Pravda Beet Theater” di Leopoli, diremmo che è un miliardario con ambizioni di riportare la Russia al fasto dell’impero russo e nello stesso tempo personaggio, al pari di Hitler, non curante di spargere sangue di civili per annettere gli ex territori appartenuti all’URSS.
Vladimir Vladimirovich Putin nasce il 7 ottobre 1952 a Leningrado (che diventerà San Pietroburgo nel 1991) e qui nel 1973 si laurea in diritto internazionale all’Università Statale di Leningrado. Nel 1983 si sposa con Ljudmila Skrebneva da cui ha le figlie Marja ed Ekaterina, il matrimonio finirà nel 2014 a seguito di divorzio.
Dal 1975 al 1990 lavora come funzionario dell’intelligence del KGB ricoprendo anche il ruolo di tenente colonnello, grado con cui si congederà dal KGB.
Nello stesso anno torna a Leningrado dove inizia a lavorare come prorettore all’Università Statale di Leningrado ed entra in politica aiutando il primo sindaco eletto democraticamente di San Pietroburgo (Anatoly Sobchak).
Nel 1996, Putin si sposta a Mosca dove diventa vice di Pavel Borodin (Capo amministrativo del Cremlino) e successivamente nello staff del Presidente Russo Boris Eltsin. Sarà lo stesso Eltsin che lo nominerà direttore del Federal Security Service (FSB, organizzazione che prese il posto del più famoso KGB).
Nel 1999 diventa il Primo Ministro di Boris Eltsin e nello stesso anno il 31 dicembre diventerà il nuovo Presidente a seguito delle dimissioni di Eltsin. Rimane in carica fino al 2008 anno in cui Dimitri Medvedev diventa il nuovo Presidente mentre Putin viene eletto Primo Ministro. Nel 2012 si ricandida per il suo terzo mandato e vince le elezioni Presidenziali.
A partire dagli anni 2000 Vladimir Putin ha iniziato a costruire la nuova Russia e soprattutto ha iniziato a consolidare il proprio potere. Elimina le elezioni dirette dei governatori regionali, sostituendole con una nomina diretta da parte del Cremlino. Ottiene il supporto degli oligarchi russi, a cui permette di arricchirsi in cambio del loro disimpegno in politica. Lavora perché i media diventino di proprietà dello Stato e fa in modo che i suoi rivali politici siano eliminati uno ad uno con processi ed accuse mentre le istituzioni sono sempre più accentrate nelle sue mani.
Durante i suoi mandati sfrutta l’inerzia di un’America che ormai crede in un mondo unipolare dove, caduta l’URSS, trionferà la democrazia senza la necessità di particolari sforzi da parte degli Stati Uniti.
In realtà Putin lavora per espandere il potere della Russia in Africa, Asia, Sud America e soprattutto in Medio Oriente e Africa del Nord per poter aver sempre maggior influenza anche sul Mediterraneo.
Putin nel suo discorso di Monaco del 2007 ricorderà all’America, criticandola, di avere un approccio internazionale che non tiene in considerazione la Russia come potenza geopolitica mondiale e nel 2008 minacciava la Nato che qualsiasi intervento teso all’installazione di sistemi antimissile in ottica anti sovietica avrebbe avuto delle ritorsioni da parte di Mosca.
Tornando a quanto detto prima, Putin ha fin dal 1991 il chiodo fisso di recuperare i paesi ex sovietici nell’area di influenza russa, e più volte (2007,2008, 2010, 2015 e anche ultimamente in occasione della guerra in Ucraina) ha rimarcato come gli Stati Uniti abbiano tradito una promessa non scritta di non allargare l’Alleanza Atlantica verso est, allargamento che è percepito come minaccia nei confronti della Russia.
La guerra, sbagliata e disumana, in corso oggi in Ucraina è sicuramente la prova di quanto il Presidente Russo sia intenzionato a restaurare la potenza geopolitica appartenuta all’URSS e prima all’Impero russo sia attraverso l’annessione di territori con l’uso della forza (come avvenuto oggi e nel 2014 con l’annessione della Crimea) sia attraverso l’esercizio di un’influenza politica nei confronti di stati deferenti la Russia.
Il futuro ci dirà se l’eroica Ucraina sarà in grado di fermare l’Orso russo e se la compattezza mostrata fino ad ora da parte dei paesi occidentali gli sarà di aiuto in questo arduo compito.
di Massimiliano Merzi